Nel corso della sua analisi, Luis Jorge Prieto affronta un problema delicato: è possibile definire anche il senso ingiuntivo come una conoscenza? Dopo aver illustrato la distinzione tra la comprensione e l’adozione del senso, Prieto si chiede se, allo stesso modo in cui un segnale come [pj6ve] permette al ricevente di acquisire la conoscenza che l’emittente cerca di trasmettere (cioè «il sapere che piove»), un segnale come [parti] consenta anch’esso di identificare una conoscenza da trasmettere.
«Uno dei problemi che derivano dalla definizione del senso come una conoscenza», scrive Prieto, «è appunto quello di giustificare l’applicazione di tale definizione anche al senso ingiuntivo». Per affrontarlo, l’autore introduce una doppia distinzione. Da una parte, distingue «i due livelli di contatto col suo oggetto ai quali una conoscenza può trovarsi a seconda che essa venga utilizzata oppure rimanga non utilizzata dal soggetto»; dall’altra, distingue «due maniere in cui una conoscenza è suscettibile di essere da lui utilizzata».
È a partire da queste distinzioni che Prieto definisce la conoscenza in termini rigorosi: «una conoscenza non è a mio avviso altro che un concetto, un concetto però pertinente». Tale definizione implica una precisa struttura logica. Un concetto, infatti, viene descritto come «un insieme di caratteristiche non contraddittorie tra loro, tali quindi che un oggetto può presentarle tutte contemporaneamente». L’oggetto esistente che presenta tutte le caratteristiche che definiscono il concetto «realizza» quel concetto, appartenendo così alla sua «estensione».
Ma cosa rende un concetto pertinente? Prieto risponde: «la pertinenza di un concetto risulta dal fatto che l’insieme degli oggetti che lo “realizzano” […] coincide con l’insieme degli oggetti suscettibili di essere sia la causa che produce un certo effetto per trasformazione di una certa materia prima, sia la materia prima che una certa causa trasforma in un certo effetto, sia infine l’effetto che viene prodotto da una certa causa per trasformazione di una certa materia prima».
In altri termini, la pertinenza deriva da un principio trasformazionale: un concetto è pertinente quando la sua estensione coincide con la classe degli oggetti implicati nei ruoli di causa, effetto e materia prima in un processo trasformativo determinato.
Questa teoria consente a Prieto di estendere la definizione di senso anche ai casi ingiuntivi. Il segnale [parti], come [pj6ve], presuppone una conoscenza pertinente, una forma concettuale che può essere comunicata anche se non necessariamente adottata dal ricevente. In questo modo, anche il senso ingiuntivo si riconduce a una struttura conoscitiva, fondata su criteri di pertinenza concettuale.
Riferimento bibliografico: L. Prieto, Saggi di semiotica, Pratiche, Parma 1991