Può esistere un senso che non sia linguistico? Un senso che preceda o ecceda la parola, ma che nondimeno si dia come forma significativa? È questa la domanda con cui Patrizia Violi apre la sua riflessione per una proto-semiotica, cioè per uno studio delle forme di semiosi che precedono o si intrecciano al linguaggio strutturato. Contro…
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Semiotica
Lotman. Gerarchia e variabilità del testo: livelli, rapporti e ricezione
Lotman chiarisce che, parlando dell’espressività materiale del testo, si fa riferimento a una proprietà specifica dei sistemi semici: la loro sostanza materiale «non sono le “cose”, ma i rapporti delle cose». Anche il testo letterario è dunque costruito come una forma di organizzazione, vale a dire come «un certo sistema di rapporti che costituiscono le sue unità materiali»….
L’abduzione nel campo della semiosi
Il problema della generazione di nuove idee e innovazioni all’interno del sapere umano è stato a lungo discusso, con risposte differenti. Una soluzione attuale consiste nell’interpretare ogni mutamento o innovazione in termini di abduzione, ossia l’adozione di un’ipotesi. Tuttavia, una volta riconosciuto il ruolo fondante dell’abduzione, si pone un nuovo interrogativo: come si trovano le ipotesi da…
Umberto Eco, Kant e l’ornitorinco. L’essere si dice in molti modi (ma non si lascia dire)
L’essere è il fondamento silenzioso di ogni discorso, ma diventa ambivalente non appena si prova a nominarlo. Umberto Eco affronta questa aporia con uno stile che intreccia il rigore filosofico e l’ironia del paradosso: si può parlare dell’essere, ma ogni volta che lo si fa, ciò che si dice è già effetto di linguaggio. Nonostante l’intuizione…
Soglie, limiti e la posta in gioco della semiotica
Gianfranco Marrone affronta un nodo teorico decisivo: come distinguere ciò che appartiene all’ordine della testualità da ciò che rientra nella sfera dell’intertestualità. Questo interrogativo, osserva, è astratto solo in apparenza. All’interno delle pratiche discorsive concrete, ogni configurazione culturale implica una continua negoziazione tra testo e intertesto, per decidere cosa debba essere considerato una manifestazione diretta…
Che cos’è il significato? Teorie e modelli della semantica
All’interno dei sistemi semiotici, il significato non è un’entità semplice né univoca. La domanda “che cos’è il significato?” apre a una molteplicità di risposte, ciascuna legata a un diverso modo di concepire il rapporto tra il segno e ciò che esso esprime. Francesco Marsciani distingue tre principali indirizzi teorici in base al tipo di “atteggiamento”…
Umberto Eco, Kant e l’ornitorinco. Parlare dell’essere: tra dubbio, resistenza e congettura
Umberto Eco apre la sua riflessione sul senso con una premessa metodologica: non intende offrire una trattazione sistematica, ma delineare percorsi esplorativi. Il tono è ironico e autocritico, ma non per questo meno rigoroso. È lo stesso autore a dichiarare: “scritti all’insegna dell’indecisione e di numerose perplessità”, questi saggi sono nati dall’esigenza di fare i…
Dall’immanenza alla manifestazione: enunciazione, evento e riprogrammazione del senso
Come si comporta un sistema semiotico di fronte all’irruzione dell’imprevisto? È possibile pensare l’azione enunciativa come risposta immanente agli eventi? A partire da queste domande, Alessandro Zinna esplora la relazione tra immanenza, enunciazione e trasformazione, interrogando la tenuta del concetto anche nei momenti in cui il senso si riorganizza a fronte di mutamenti inattesi. In…
Iconicità e convenzione: percorsi teorici tra Peirce, Gensini ed Eco
All’interno della classificazione peirceiana dei segni — che distingue tra icone, indici e simboli — l’icona occupa una posizione teoricamente centrale nella riflessione sulla motivazione del segno. Essa è definita da Peirce come quel segno che «è correlato al suo oggetto in virtù di un carattere di similarità». La relazione iconica ha luogo quando c’è…
Soggettività multiple e complessità culturale
Nell’ultima tipologia delineata da Guido Ferraro, la soggettività non è più soltanto collettiva o intersoggettiva, ma si presenta come frammentata, plurima, instabile. È la soggettività del tempo della complessità: un’identità composita, fatta di elementi a volte persino incoerenti tra loro. Non una sintesi superiore, ma un intreccio dinamico e spesso contraddittorio. Ferraro parte da una domanda…