Fin dalle sue origini, la semiotica ha individuato nella narratività una struttura fondamentale del senso. Il significato non si dà mai come blocco statico, ma si costruisce attraverso sequenze organizzate, secondo una logica finalizzata: un soggetto che vuole raggiungere un oggetto, uno scopo da realizzare, ostacoli da superare. Patrizia Violi suggerisce che proprio la narratività costituisca la forma primaria della semiosi anche nelle prime interazioni tra madre e bambino.
Giochi e strutture narrative
I giochi infantili – osservati sin dai primi mesi – mostrano una sorprendente aderenza allo schema narrativo canonico: una mancanza iniziale e la sua risoluzione. Che si tratti di giochi del nascondino, di piccole prove da superare, o di attese sanzionate dallo sguardo materno, in ciascuno di questi casi è riconoscibile una micro-narrazione.
Secondo Violi, questo mostra che già in assenza del linguaggio il bambino è capace di riconoscere eventi, nessi causali, sequenze orientate a uno scopo. E questi elementi sono essenziali per lo sviluppo di una competenza semiotica narrativa.
Strategie corporee e micro-conflitti
Osservando le interazioni quotidiane, emerge una costellazione di micro-conflitti: la madre propone un’attività, il bambino ne desidera un’altra; la madre cerca di imboccarlo, ma lui si oppone; l’oggetto su cui si concentra l’attenzione non coincide.
In termini semiotici, queste situazioni possono essere lette come contrasti tra programmi narrativi divergenti. Ogni programma implica un soggetto, un oggetto di valore, un fine da raggiungere. All’interno di questi programmi, i ruoli attanziali si distribuiscono: la madre è spesso il Destinante, che propone il valore e fissa l’obiettivo; il bambino è il Destinatario che può accettare o rifiutare la manipolazione.
Si tratta di un teatro complesso di negoziazioni: alle strategie materne corrispondono contro-strategie del bambino, che possono essere evasive, oppositive o cooperative. Da queste interazioni derivano narrazioni implicite che oscillano tra contratto e conflitto, due forme base della narratività.
Regimi di senso simultanei
Violi insiste su un punto fondamentale: la progressiva articolazione del senso non elimina le forme più arcaiche, ma le incorpora senza cancellarle. Quando un adulto scuote il capo per dire di no, egli attinge a una gestualità originaria, legata a forme corporee primarie di dissenso. I regimi semiotici non si sostituiscono l’un l’altro per fasi, ma sopravvivono e coesistono.
Stern ha parlato proprio di questa “sopravvivenza delle fasi”: ciascun campo di relazione rimane attivo anche nelle età successive. Nulla viene dimenticato o atrofizzato. Anche nell’adulto, le modalità arcaiche di relazione restano disponibili, pronte a riattivarsi nel gesto, nell’affetto, nell’espressione.
Contratto e conflitto
Il confronto tra i programmi dei soggetti può assumere due forme principali: quella contrattuale, orientata alla collaborazione, e quella conflittuale, orientata all’opposizione. È da questo equilibrio dinamico che emergono narrazioni interattive, che si concludono o con un accordo o con la prevalenza di un soggetto sull’altro.
Violi cita il concetto di regime di aggiustamento, elaborato da Landowski: nei primi mesi, le interazioni non sono ancora organizzate secondo piani coscienti o intenzionali, ma si strutturano comunque come una forma di sintonizzazione corporea. Un fare insieme che si regola per micro-variazioni, adattamenti reciproci, aggiustamenti sensibili.
Continuità e ispessimento
In tutto questo processo non c’è un passaggio brusco tra fasi, ma un progressivo ispessimento del senso: dalla semiosi corporea alla narrazione, dalle emozioni ai programmi di azione. È una continuità semiotica in cui ogni stadio conserva le tracce di quelli precedenti.
La semiotica generativa ha definito questi elementi con precisione: ogni programma narrativo di base (es. voler la mamma) può implicare programmi secondari d’uso (es. sorridere, allungare le braccia), ciascuno dei quali articola micro-unità di senso. E già in questa articolazione si danno senso e strategia.
La proto-narratività delle interazioni primarie non è quindi un gioco simbolico marginale, ma la base concreta dell’esperienza significativa. Il senso prende forma nella relazione, nel corpo, nel desiderio – molto prima della parola.
Riferimento bibliografico: Patrizia Violi. Il senso prima del linguaggio. Appunti per una proto-semiotica