La riflessione sull’immanenza incontra uno snodo cruciale quando si interroga il tempo dell’osservazione. Se un sistema semiotico si pretende immanente — cioè autosufficiente e chiuso rispetto a fattori esterni — come può esso rendere conto dell’irruzione dell’imprevisto? E come si colloca la previsione nella teoria del senso?
Uno dei limiti del modello saussuriano, osserva Alessandro Zinna, è la sua impostazione diacronica retrospettiva. La trasformazione linguistica viene osservata solo una volta compiuta, per comparazione tra stati sincronici. Ciò implica che l’evento sia sempre prevedibile a posteriori, in quanto riconducibile a una logica interna di trasformazione. Il punto di vista epistemico si colloca dopo l’evento, rendendo ogni mutamento “necessario” nella ricostruzione teorica.
Ma è possibile adottare un punto di vista prospettico, capace di cogliere l’evento nel momento della sua insorgenza? È la questione che Zinna pone in modo diretto, richiamandosi a un’espressione saussuriana poco approfondita: la “diacronia prospettiva”.
A questo proposito, François Rastier rimprovera a Hjelmslev di non aver preso in considerazione la diacronia. Ma Zinna dimostra come tale critica sia infondata: Hjelmslev non solo affronta ampiamente la linguistica genetica, ma dedica interi scritti al problema della previsione sistemica. In particolare, il saggio Animé et inanimé, personnel et non-personnel (1956) mostra come le tendenze interne a un sistema linguistico possano prefigurare l’attualizzazione di fenomeni latenti, come nel caso delle lingue slave.
Hjelmslev parla esplicitamente di capacità previsionale della teoria linguistica, riconoscendo che un sistema può contenere potenzialità che si realizzeranno solo in seguito. Si tratta, osserva Zinna, di una forma di diacronia che anticipa l’evento, inscrivendolo nelle possibilità del sistema stesso.
In questa prospettiva, il riferimento a Lotman diventa illuminante. Nella sua riflessione sul concetto di “esplosione”, Lotman scrive:
«Il momento dell’esplosione si colloca nell’intersezione di passato e futuro, in una dimensione quasi atemporale. La sua natura muta in dipendenza del punto di vista da cui si pone l’osservatore che lo descrive.»
L’evento non è mai un dato in sé, ma dipende dalla posizione epistemica di chi osserva: collocarsi prima, durante o dopo l’esplosione comporta letture differenti. Questo apre a una questione fondamentale: può una scienza del senso, che si fonda sull’immanenza, prevedere eventi futuri?
Zinna riporta un passaggio di Gustave Guillaume che sembra rispondere negativamente. Secondo Guillaume, il tempo trascorso è tempo che ha “raggiunto l’essere” ed è dunque immanente, mentre il tempo futuro è ancora trascendente, non avendo ancora avuto luogo:
«Le temps qui s’en va est du temps qui a atteint l’être… Le temps qui vient est, au contraire, du temps qui n’a pas atteint l’être.»
In questa prospettiva, il probabile e l’improbabile, essendo legati al futuro, sarebbero estranei all’immanenza. Tuttavia, Zinna introduce un’ipotesi alternativa ispirata a Lotman: attribuire la categoria dell’improbabile anche agli eventi passati. Non tutto ciò che è avvenuto era “necessario” o “prevedibile”. Anzi, la storia è spesso frutto di coincidenze altamente improbabili, che solo a posteriori vengono rilette come inevitabili.
La riflessione epistemologica diventa così più complessa: la categoria dell’improbabile non riguarda solo l’evento futuro, ma anche il passato, nella misura in cui la narrazione storica tende a nascondere la contingenza sotto forma di causalità.
Infine, Zinna suggerisce che i giudizi di probabilità non sono esclusivi di una scienza prospettica, ma possono appartenere anche a un punto di vista retrospettivo, capace di riconoscere la contingenza negli eventi realizzati.
In questo senso, l’immanenza non è necessariamente incompatibile con l’evento, con l’imprevisto o con il divenire. Al contrario, può costituirne la condizione strutturale di possibilità.
Riferimento bibliografico:
Alessandro Zinna, Il primato dell’immanenza nella semiotica strutturale, pubblicato in rete il 16 luglio 2008.