La riflessione sull’immanenza incontra uno snodo cruciale quando si interroga il tempo dell’osservazione. Se un sistema semiotico si pretende immanente — cioè autosufficiente e chiuso rispetto a fattori esterni — come può esso rendere conto dell’irruzione dell’imprevisto? E come si colloca la previsione nella teoria del senso? Uno dei limiti del modello saussuriano, osserva Alessandro Zinna, è la sua…
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L’immanenza e la dinamica del senso: Lotman, Greimas, Rastier
Dopo aver ricostruito le radici filosofiche e scientifiche del concetto di immanenza, Alessandro Zinna analizza come questa nozione si sia articolata nella teoria semiotica strutturale, in particolare nel pensiero di Jurij Lotman, Algirdas J. Greimas e François Rastier. L’obiettivo è mostrare che l’immanenza, lungi dall’essere un vincolo chiuso e immutabile, si è progressivamente arricchita di articolazioni dinamiche e flessibili….
Il senso dell’immanenza nella semiotica: fondamenti e aporie
«Come diventa possibile conciliare l’immanenza con l’irruzione dell’imprevisto nella scena del senso?» È da questa domanda che prende avvio la riflessione di Alessandro Zinna nel suo intervento sul primato dell’immanenza nella semiotica strutturale. L’autore esplicita fin dal principio l’intenzione di affrontare le nozioni di esplosione e evenemenzialità nei processi di significazione da una prospettiva che…
La struttura del semema e il ruolo dell’interpretante
François Rastier presenta una sintesi teorica che permette di articolare compiutamente la struttura del semema nella semantica interpretativa. Egli propone una tipologia delle componenti semantiche distinguendo tra componenti linguistiche (inerenti e afferenti, generiche e specifiche) e componenti metalinguistiche (noemi primitivi). La struttura del semema è rappresentata graficamente come segue: Rastier offre un esempio tratto dal titolo del Canard Enchaîné del 30 novembre 1983: Il…
Rastier e la testualizzazione del senso
Nel tracciare l’evoluzione della disciplina semiotica, Anna Maria Lorusso riconosce in François Rastier un autore decisivo per l’ampliamento dell’analisi semantica in direzione dei processi di significazione e testualizzazione. Rastier, formatosi sulla scia del modello strutturalista, ne condivide l’impianto, ma ne riformula profondamente le prospettive operative, introducendo una distinzione teorica tra semi inerenti e semi afferenti. L’autrice spiega che, per…
Semi generici e specifici: criteri semantici e insiemi di definizione
François Rastier affronta la distinzione tra semi generici e semi specifici, a partire dalla terminologia di Bernard Pottier. Secondo quest’ultimo, un sema generico è un «elemento del classema, che permette di collegare due sememi vicini, in riferimento a una classe più generale», mentre un sema specifico è un elemento del semantema, che permette di opporre due sememi molto vicini, attraverso una caratteristica…
Semi inerenti e afferenti: una distinzione funzionale e contestuale
François Rastier propone una distinzione tra due tipi di tratti semantici che, pur diversi, possono essere entrambi considerati semi: i tratti distintivi, definiti, denotativi, universali e i tratti non distintivi, non definitori, connotativi, non universali. Tuttavia, l’autore precisa che queste denominazioni – così come le opposizioni che le accompagnano – sono riportate «fra virgolette» e non sono teoricamente assunte…
Predicazioni universali e non universali: una critica epistemologica
François Rastier affronta la distinzione tra semi e componenti virtuali partendo dalla constatazione che, se si esclude la nozione di connotazione perché troppo imprecisa, l’opposizione tra tratti distintivi e non distintivi si riduce a quella tra predicazioni universali e non universali. In teoria, scrive, «la distinzione riguarda le componenti, fra cui sono presi i tratti definitori, e i virtuemi, che hanno a…
Tratti virtuali e loro attualizzazione: tra connotazione e inferenza
François Rastier propone di chiamare tratti virtuali (nella langue) quelle componenti semantiche che non sono distintive. Egli riconosce che Bloomfield aveva già, sia pure incidentalmente, assimilato il carattere non distintivo di un tratto al suo carattere connotativo. Pottier, invece, formalizza questa connessione e introduce il concetto di virtuema: «è virtuale qualsiasi elemento che è latente nella memoria associativa del…
Componenti semantiche non distintive: una questione di pertinenza
Se un sema è per definizione un tratto semantico distintivo in almeno un contesto, possono esistere delle componenti semantiche che non siano distintive in alcun contesto? François Rastier riconosce che una semantica funzionale non deve, per principio, occuparsi delle componenti non distintive. Tuttavia, se queste esistono, è necessario dimostrare in che modo esse risultino non pertinenti. Rastier prevede due…