La funzione semiotica umana, per costituirsi pienamente come comunicazione intersoggettiva, richiede che le operazioni di completamento cognitivo – iconiche e causali – vengano integrate in atti espressivi. Per Aage Brandt descrive due meccanismi fondamentali di questa integrazione: uno di tipo déictique, l’altro modale. In questo articolo viene analizzata la prima: l’integrazione déictique.
Si parte da una scena familiare: un soggetto compie un gesto rivolto a un altro, non per dirigere un’azione (come farebbe, ad esempio, un direttore d’orchestra), ma per mostrare qualcosa – un oggetto nello spazio condiviso. Quel gesto attiva simultaneamente due registri: da un lato il simbolico, perché è un atto performativo rivolto a un interlocutore; dall’altro l’iconico, perché apre uno spazio percettivo e condivisibile, attraverso il quale si costruisce un campo di visibilità comune.
Questo incrocio tra gesto simbolico e costruzione iconica definisce la deixis: una struttura che integra i due livelli in un atto unico di significazione. Il simbolico ingloba l’iconico, conferendo al gesto non solo una funzione performativa, ma anche un contenuto epistemico. Il campo stesso della mostration, sotto l’impulso del gesto simbolico, diventa significante.
Brandt propone di descrivere tale processo come una cascade sémiotique, una “cascata semiotica”, dove una prima operazione (iconica) viene inglobata e ri-semantizzata da una seconda (simbolica). Il gesto déictique non è solo direzionale, ma comunicativo: materializza un’intenzione intersoggettiva che mette in comune uno spazio percettivo.
Le espressioni déittiche possono assumere varie forme: uno sguardo, un gesto manuale (indice), un’esclamazione, un segno grafico come una freccia, fino ai morfemi déittici del linguaggio (qui, là, e le coppie voici/voilà). Brandt osserva che, come gesto, la scrittura precede la voce fonetica: è un gesto grafico che concorre alla funzione semiotica fondamentale della comunicazione.
Più in generale, le rappresentazioni visive – disegni, pitture – sono per Brandt forme espressive che trasformano l’operazione iconica in una pratica intersoggettiva e sociale. La condivisione dell’immaginario visivo diventa così la base della pensée partagée, il pensiero condiviso che rende possibile l’astrazione e la costruzione concettuale collettiva.
Fonte: Per Aage Brandt, Sens et modalité – dans la perspective d’une sémiotique cognitive, in «Actes Sémiotiques», n. 117, 2014.