Comprendere il significato di un segno significa risalire alla sua organizzazione interna, ricostruendo i tratti fondamentali che lo definiscono. La semantica semiotica, nella prospettiva delineata da Francesco Marsciani, affronta questa questione articolando due principali direzioni metodologiche: da un lato l’analisi componenziale del lessema, dall’altro la determinazione testuale del valore di senso.
Le due strade dell’analisi semantica
Un primo orientamento muove dal lessema (cioè un’unità lessicale, ad esempio una parola) e ne indaga i tratti costanti del significato, indipendentemente dai contesti in cui può comparire. Questa via, detta componenziale, mira a ricostruire i valori semantici virtuali associati a un dato termine.
Ma, avverte Marsciani, il significato non si realizza mai in forma pura. Ogni occorrenza concreta di un lessema attiva interpretazioni variabili, determinate dal contesto in cui esso compare. È qui che entra in gioco la seconda direzione, quella della semantica strutturale: si parte dal testo e si risale, passo dopo passo, al significato degli elementi che lo compongono, in base alla funzione che essi svolgono all’interno del tutto.
Non si tratta di una contraddizione: entrambe le prospettive sono necessarie. Il significato si costruisce sempre nella tensione tra valore codificato e funzione contestuale.
Manifestazione e immanenza
Marsciani introduce una distinzione fondamentale per la semantica: quella tra piano della manifestazione e piano dell’immanenza.
- Sul piano della manifestazione, il significato si presenta sotto forma di lessemi: unità concrete che compaiono in enunciati e testi.
- Sul piano dell’immanenza, invece, agiscono strutture invisibili ma determinanti, costituite da unità astratte chiamate sememi.
I sememi, come i fonemi sul piano dell’espressione, non sono mai percepibili in quanto tali. Sono condizioni di pertinenza, ricostruite dall’analisi teorica per spiegare il funzionamento dei testi. A loro volta, i sememi possono essere scomposti in semi, ovvero le unità minime del contenuto.
Il significato come combinazione di semi
Il significato di un lessema dipende dalla combinazione variabile di semi. Marsciani distingue tra:
- semi nucleari: i tratti invarianti che definiscono l’identità del lessema,
- semi contestuali: i tratti variabili, attivati dal contesto specifico in cui il lessema appare.
Un esempio classico è offerto da Greimas: nelle frasi
- “il cane abbaia”
- “il commissario abbaia”il significato del verbo “abbaia” cambia in base al soggetto.Nel primo caso, il sema contestuale è “animale”; nel secondo, “umano”.Ma in entrambi i casi esiste un sema nucleare condiviso, che si può indicare come “una specie di grido”.Il significato effettivo in ciascuna frase – il semema – nasce dalla combinazione tra sema nucleare e sema contestuale.
Analizzare significa scomporre
Marsciani ribadisce che, per comprendere un segno, occorre scomporlo nei suoi elementi fondamentali, ricostruendo la sua struttura organizzativa. Questo vale sia per la componente espressiva (come avviene in fonologia), sia per il contenuto.
Ogni segno significativo si presenta come un nodo complesso, un punto di condensazione in cui convergono linee di senso molteplici.
La semantica, in questa prospettiva, è chiamata a esplicitare quelle strutture latenti che rendono conto della pluralità degli effetti di senso, pur mantenendo una coerenza sistemica. Non si tratta di elencare significati, ma di individuare le condizioni formali che ne rendono possibile la generazione.
Riferimento bibliografico: Francesco Marsciani, in Ugo Volli, Manuale di semiotica, Roma-Bari, Laterza, 2000.