Denis Bertrand affronta il tema del testo letterario come «tutto di significazione» e ne chiarisce la centralità per la semiotica letteraria. Bertrand sostiene che «il testo è un ‘tutto di significazione’ che produce in se stesso, parzialmente, le condizioni contestuali della sua lettura». Questo significa che, diversamente da altri tipi di discorso, «esso incorpora il proprio contesto e contiene in sé il proprio codice semantico». Egli cita Ricœur (1995), che afferma: «Nella misura in cui il senso di un testo si è reso autonomo in relazione all’intenzione soggettiva del suo autore, il problema essenziale non è più ritrovare, dietro il testo, l’intenzione perduta, ma di sviluppare, in un certo senso davanti al testo, il ‘mondo’ che esso apre e scopre».
Bertrand spiega che la semiotica deve associare una semiotica dell’enunciato (che individua le articolazioni interne al testo) a una semiotica dell’enunciazione, centrata sulle operazioni della messa in discorso e sulla lettura. L’autore descrive la «semiotica sistemica», che studia le regole di composizione, la coerenza, le forme di strutturazione interne alla lingua, e la «semiotica della lettura», che reintroduce il soggetto del discorso e la dimensione intersoggettiva. Questa seconda prospettiva implica la considerazione delle «classiche discussioni sull’interpretazione e sui suoi limiti, sulla polisemia dei testi, sulla pluralità delle letture».
Bertrand individua quattro dimensioni privilegiate della semiotica letteraria: la dimensione narrativa, passionale, figurativa ed enunciativa. La dimensione narrativa riguarda le «strutture organizzatrici della nostra intuizione narrativa» e i «percorsi degli attori» definiti dalle strutture attanziali. La dimensione passionale si concentra sui «simulacri» depositati nel soggetto, come rimpianto, ostinazione e ambizione, simulacri che la lingua organizza e definisce. La dimensione figurativa riguarda la rappresentazione sensoriale e la mimesis, «quella corrispondenza fra le figure semantiche e quelle del mondo sensibile». Infine, la dimensione enunciativa si riferisce alle operazioni linguistiche che ricostruiscono il soggetto del discorso all’interno del testo, attraverso le tracce lasciate dalla sua presenza.
Bertrand affronta anche la critica al formalismo, che rimprovera alla semiotica di «spezzare il legame fra il discorso e il suo soggetto». Egli ribadisce che la semiotica, lungi dall’ignorare la dimensione storica e sociale, consente di «identificare le convenzioni che l’uso ha fissato», le attese del lettore e le «ipotesi e le inferenze della lettura». Le strutture vanno quindi ricondotte al soggetto, «ma dipenderanno allora da una sorta di enunciazione indebolita, dal brusio del discorso generato da milioni di parole». Bertrand conclude sottolineando che la semiotica, così concepita, permette di «tracciare una storia delle poetiche» e di confrontarsi con la pluralità delle letture e delle interpretazioni.
Riferimento bibliografico: Denis Bertrand, Basi di semiotica letteraria, Meltemi Editore, 2002.