Alla base del concetto di testo, Jurij M. Lotman propone tre proprietà fondamentali: espressività, delimitazione e strutturalità.
Espressività
Lotman afferma che «il testo è fissato in certi segni», e in questo senso si contrappone alle strutture extratestuali. Per quanto riguarda la letteratura, ciò significa in primo luogo che il testo si esprime attraverso i segni della lingua naturale. L’espressività si contrappone alla non espressività, e ciò comporta che il testo venga considerato «come realizzazione di un certo sistema, come sua incarnazione materiale».
Nell’antinomia saussuriana langue/parole, il testo «apparterrà sempre al campo della parole». Di conseguenza, il testo conterrà contemporaneamente «elementi del sistema ed elementi fuori del sistema». Tuttavia, poiché «l’unione dei principi della gerarchicità e della pluralità dell’intersecarsi delle strutture» comporta che un elemento possa essere extrasistematico rispetto a una sottostruttura ma sistematico rispetto a un’altra, Lotman afferma che «la transcodificazione del testo nella lingua della percezione artistica dell’uditorio può trasportare un qualsiasi elemento nella classe degli elementi sistematici».
Ciò significa che la presenza di elementi extrasistematici è inevitabile, così come la sensazione che «gli stessi elementi possono essere nel sistema a un livello e fuori del sistema a un altro livello». Tale compresenza accompagna necessariamente il testo.
Delimitazione
La delimitazione è una proprietà intrinseca del testo. Esso si contrappone:
- da una parte, «a tutti i segni materialmente incarnati, che non entrano nella sua composizione», secondo il principio di inclusione/non inclusione;
- dall’altra, a strutture il cui limite non è determinato, come ad esempio le lingue naturali e la loro «non finitezza (“apertura”)».
Tuttavia, osserva Lotman, anche nelle lingue naturali esistono costruzioni in cui la delimitazione è chiaramente espressa: la parola e soprattutto la proposizione, che risultano «particolarmente importanti per la formazione di un testo artistico». Il loro isomorfismo con il testo artistico era già stato segnalato da A.M. Potebnja.
Come ricorda A.M. Pjatigorskij, «il testo possiede un unico significato testuale» e sotto questo aspetto può essere considerato un «segnale indivisibile». Definire un testo come “romanzo”, “documento” o “preghiera” significa attribuirgli «una determinata funzione culturale» e «trasmettere un certo significato complessivo».
Il lettore riconosce tali testi «in base a una certa quantità di contrassegni», e proprio per questo «la trasmissione di un contrassegno a un altro testo» può costituire «uno dei mezzi essenziali per realizzare nuovi significati» (come quando si attribuisce il contrassegno “documento” a un’opera d’arte).
Il concetto di limite si manifesta in modi differenti:
- nei testi sviluppati nel tempo, come inizio e fine;
- nella pittura, come cornice;
- nel teatro, come ribalta;
- nella scultura e nell’architettura, come delimitazione dello spazio costruttivo rispetto a quello non costruttivo.
Lotman sottolinea che, poiché il sistema del testo si suddivide in sub-sistemi, «numerosi elementi, appartenenti alla struttura interna, risultano confinanti in sub-sistemi di diverso tipo» (capitoli, strofe, versi, emistichi). Il confine «mostra al lettore che egli ha a che fare con un testo» e richiama alla sua coscienza «tutto il sistema dei codici artistici corrispondenti», assumendo così «una posizione di forza».
Alcuni elementi segnalano un certo tipo di limite, altri un altro tipo, ma possono coincidere nel testo (es. la fine di un capitolo che è anche fine del libro). La gerarchia dei livelli permette di parlare di «una situazione dominante di questi o quei confini» (i confini del capitolo dominano quelli della strofa, quelli del romanzo quelli del capitolo).
La quantità e il tipo di limiti interni (enjambement, stroficità, capitoli) e il grado di marcatura dei limiti esterni (fino a simulare frammenti meccanici, come Il viaggio sentimentale di Sterne), contribuiscono alla classificazione delle strutture testuali.
Strutturalità
Infine, Lotman sottolinea che il testo non è «una semplice successione di segni in un intervallo tra due limiti esterni». Al contrario, esso possiede una organizzazione interna che, al livello sintagmatico, lo trasforma in un «complesso strutturale».
Una serie di frasi di una lingua naturale può essere riconosciuta come testo artistico solo se «formano una certa struttura di tipo secondario al livello dell’organizzazione artistica».
Lotman conclude osservando che strutturalità e delimitazione sono strettamente connesse.
Riferimento bibliografico:
J. Lotman, Il concetto di testo, in La struttura del testo poetico, trad. it. di E. Bazzarelli, E. Klein, G. Schiaffino, Mursia, Milano 1972, pp. 67–71.