Umberto Eco, in Lector in Fabula, attribuisce al concetto di enciclopedia un ruolo centrale nella sua teoria semiotica. L’enciclopedia non è soltanto un indice del passaggio da una semiotica del codice a una semiotica fondata sulla semiosi — quindi più aperta e dinamica —, ma rappresenta anche il punto di riferimento per regolare l’attività interpretativa.
Eco ipotizza che, nella comunicazione, due persone debbano attivare porzioni di enciclopedia, selezionare contesti, scegliere proprietà semantiche ed escluderne altre. Tale processo implica un assestamento intorno a nuclei di enciclopedia condivisi. Stefano Traini sottolinea che, se i contesti determinano, sotto forma di istruzioni, l’attivazione delle proprietà semantiche, essi presentano anche delle frequenze, delle regolarità e delle probabilità statistiche che permettono di interpretare i segni in modo “economico”. Ogni contesto è infatti caratterizzato da usi, convenzioni e peculiarità che regolano le relazioni comunicative dei soggetti che si muovono al loro interno. L’enciclopedia, spiega Traini, registra tali convenzioni sotto forma di regole, codici, sottocodici e sceneggiature.
Scopo dell’indagine di Eco è dunque analizzare come questi repertori archiviati si attivino nello scambio comunicativo. Traini precisa che Eco, a partire da questa prospettiva teorica, focalizza l’attenzione sui movimenti interpretativi del destinatario e sulla cooperazione interpretativa richiesta da qualsiasi tipo di testo, sia esso verbale o non verbale.
Se la comunicazione presuppone una convergenza su una porzione di enciclopedia, essa implica necessariamente cooperazione tra gli interlocutori. Tuttavia, Traini evidenzia come Eco mostri che la comunicazione non sia solo cooperazione: comunicare significa anche perseguire determinati scopi, orientare l’interpretazione, influenzare il comportamento del destinatario. Questo comporta l’adozione di strategie comunicative precise. Rispetto all’approccio greimasiano, spiega Traini, la prospettiva muta radicalmente: l’attenzione non è più sull’organizzazione semiotica del testo, bensì sulla sua ricezione e interpretazione da parte dei destinatari. In questo senso, Eco si concentra sul rapporto testo-destinatario, portando al centro la dimensione pragmatica, laddove un testo postula sempre il suo destinatario.
Riferimento bibliografico: Stefano Traini. Le due vie della semiotica: Teorie strutturali e interpretative (Strumenti Bompiani)