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Semiotica

Dalla scienza dei segni alla semiotica del testo. Il campo semiotico e le teorie della significazione

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Il semema come combinazione di invarianti e variabili contestuali

Posted on 13 Maggio 20257 Giugno 2025 by semiotica.org

Dopo aver proposto una classificazione figurata degli usi del lessema testa, Greimas sospende l’analisi stilistica per introdurre una riflessione più sistematica sulla definizione del semema. È a questo punto che formula uno dei passaggi centrali della semantica strutturale: il semema è il risultato della combinazione tra un nucleo semico invariante e una o più variabili contestuali.

Greimas parte da una constatazione empirica: il lessema testa appare in una serie di contesti, ciascuno dei quali produce un diverso effetto di senso. Tuttavia, questi effetti non sono puramente arbitrari: «esiste una correlazione tra le variazioni contestuali da una parte e le variazioni di contenuto del lessema osservato dall’altra».

Ns e Cs: la formula del semema

  • Ns (nucleo semico): contenuto invariante, un minimo semico permanente;
  • Cs (semi contestuali): variabili semiche, responsabili delle differenze di senso.

Definisce quindi il semema come: semema Sm = Ns + Cs

Classi contestuali e effetto di senso

A diverse occorrenze lessicali può corrispondere lo stesso effetto di senso. Per esempio:

  • spaccare la testa
  • rompersi la testa
  • testa di morto

Tutte esprimono il significato di “parte ossea della testa”. Greimas propone dunque di raggruppare le occorrenze in classi contestuali e di definire il sema contestuale come il tratto comune alla classe.

Definizione operativa

Nei casi semplici, è sufficiente che una classe contestuale sia definita da un solo Cs. Si può allora considerare:

Sm = Ns + Cs

Riferimento bibliografico:
A.J. Greimas, Sémantique structurale, Larousse, Paris 1966, tr. it. di I. Sordi, Semantica strutturale, Meltemi, Roma 2000

Tags:
Algirdas Julien Greimas

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