René Thom introduce due concetti fondamentali per comprendere l’attività semiotica: salienza e pregnanza. Queste nozioni consentono di descrivere il modo in cui un soggetto percepisce e seleziona le forme, stabilendo i criteri con cui esse assumono rilevanza sensoriale o biologica.
Per forma saliente si intende una configurazione che colpisce l’apparato sensoriale di un soggetto per il suo carattere brusco, imprevisto o dissonante. Può trattarsi di un bagliore improvviso, di un suono acuto o di una rottura nella continuità sensoriale. Un esempio è dato dal mugnaio che si sveglia non per un rumore, ma per l’interruzione del rumore del mulino: la discontinuità, in questo caso, diventa saliente. Una forma saliente può lasciare una traccia nella memoria a breve termine, ma raramente modifica in profondità il comportamento del soggetto.
Thom definisce salienza (saliency in inglese) come la qualità che caratterizza queste forme, che si impongono percettivamente ma non hanno effetti duraturi.
Ben diversa è la pregnanza, che riguarda forme dotate di un’immediata importanza biologica per il soggetto. È il caso, nel mondo animale, delle forme delle prede, dei predatori o dei partner sessuali. Le forme pregnanti non solo attirano l’attenzione, ma provocano modificazioni fisiologiche e comportamentali a lungo termine: si tratta di vere e proprie attivazioni dell’intero organismo. Per questo motivo, le forme pregnanti sono classificate come attrattive o repulsive, in base alla qualità dell’effetto indotto.
La pregnanza non si limita a investire una singola forma, ma può propagarsi. Thom propone come modello l’esperimento di Pavlov: il cane che associa il tintinnio di una campanella alla carne finisce per reagire alla sola campanella. In termini semiotici, si può dire che la pregnanza alimentare della carne viene trasferita alla forma saliente del tintinnio. Questa forma indotta, a sua volta, può contaminare altre forme salienti. Si assiste così a un processo di rinvio simbolico: se A (campanella) rinvia a B (carne), e B rinvia a C, allora anche A rinvierà a C.
Tale rete di rinvii può essere descritta matematicamente come una categoria, priva di cicli, in cui ogni freccia di rinvio simbolico comporta una diminuzione della pregnanza (V(A) < V(B) se A → B). La pregnanza è quindi massima nelle forme fonte e si attenua nelle forme indotte, salvo rafforzamenti ripetuti.
Il sistema dei rinvii simbolici varia a seconda dello stato interno del soggetto: ad esempio, un individuo affamato interpreterà come cibo qualunque forma che gli somigli. Tuttavia, alcune componenti del rinvio simbolico sono fisse e intersoggettive: forme salienti emesse da un soggetto (come un grido) possono assumere significati stabili all’interno di una collettività.
Thom illustra questa dinamica con un esempio tratto dal comportamento animale: un soggetto che percepisce un predatore può scegliere se lanciare un grido d’allarme, avvisando i conspecifici ma rischiando di attirare l’attenzione del nemico, oppure fuggire in silenzio. Il grido d’allarme, in questo caso, è un propagatore della pregnanza “terrore”, trasmesso per altruismo.
La propagazione della pregnanza avviene secondo due modalità:
- per similarità, basata su analogie formali (asse paradigmatico);
- per contatto, fondata sulla prossimità fisica (asse sintagmatico).
Questa distinzione richiama sia l’opposizione saussuriana tra asse paradigmatico e sintagmatico, sia la distinzione di Frazer tra magia per contatto e magia per similarità. La propagazione per similarità si fonda su uno spazio ambientale dotato di geometria euclidea, che permette di definire forme come uguali o simili. In questo quadro, il mondo della salienza si sovrappone a quello della geometria.
I supporti fisici che trasmettono le forme (vibrazioni dell’aria, onde elettromagnetiche) sono vettori dell’iconicità, che è a sua volta un caso particolare del rinvio simbolico. L’iconicità, intesa come somiglianza strutturale tra forma e referente, rappresenta un anello di congiunzione tra la dimensione sensoriale e quella simbolica.
Questa sezione del saggio prepara il terreno per una domanda cruciale: come si giunge, nei sistemi semiotici ritualizzati come il linguaggio umano, all’unicità del significato per un dato significante? La risposta si trova nella dinamica del rinvio inverso e nella ritualizzazione della forma, temi che Thom affronterà nelle pagine successive.
Riferimento bibliografico: René Thom, Morfologia del semiotico, Meltemi editore, Roma