Alessandro Zinna affronta la questione centrale del rapporto tra opera e corpus nell’analisi dell’opera di Louis Hjelmslev. Egli osserva che gli storiografi e i filologi sono soliti suddividere la produzione di un autore in periodi cronologici per evidenziarne le trasformazioni concettuali e lessicali. Per Hjelmslev, Zinna propone una tripartizione: preglossematico (1928-1935), glossematico (1936-1939) e post-glossematico (1940-1965).
Il semiologo nota come la costruzione della glossematica sia stata accompagnata da un’ossessione per la coerenza terminologica. Questa coerenza, secondo Zinna, distingue Hjelmslev da Saussure: mentre il linguista ginevrino tende a bloccare la pubblicazione per timore di incoerenze, Hjelmslev assume il controllo editoriale dell’opera per selezionare e omettere ciò che può generare ambiguità.
Zinna suggerisce di definire opera l’insieme delle pubblicazioni composte ed edite direttamente dall’autore, e di riservare il termine corpus alle pubblicazioni postume e agli scritti più personali. Se l’opera mostra il progetto che l’autore intende consegnare ai posteri, il corpus comprende anche bozze preparatorie, note, corrispondenze epistolari e documenti concepiti per rimanere più o meno privati.
Il semiologo evidenzia come ignorare la distinzione tra opera e corpus possa indurre a credere che la semplice raccolta dei testi basti a svelare la coerenza concettuale, mentre è proprio il controllo degli usi e l’esclusione di alcuni testi a costruire la coerenza dell’opera.
Secondo Zinna, questo conflitto tra l’opera pubblicata e il corpus privato è emblematico del processo di fondazione di una teoria, poiché le bozze e i manoscritti rivelano il conflitto potenziale tra il progetto destinato alla stampa e la dimensione privata. A questo proposito, il semiologo cita il caso del Résumé, che fu inizialmente destinato a un circolo ristretto di lettori selezionati.
Zinna osserva inoltre che alcuni autori, come Umberto Eco, hanno preferito distruggere le varianti dei loro manoscritti per far coincidere l’opera con il corpus, impedendo così la possibilità di interpretazioni alternative. Questa tensione, conclude l’autore, rappresenta un aspetto fondamentale per un’archeologia del pensiero di Hjelmslev.
Riferimento bibliografico: Alessandro Zinna, « Introduzione » in Louis Hjelmslev (1899-1965). Le forme del linguaggio e del pensiero, Éditions CAMS/O, Toulouse, 2017.