Alessandro Zinna affronta il problema della descrizione semiotica degli oggetti, interrogandosi sulla validità delle categorie analitiche esistenti. Le nozioni ereditate da Peirce, Saussure, Barthes o Eco possono essere un punto di partenza, ma non bastano, secondo l’autore, per costruire una semiotica degli oggetti che sia davvero specifica e operativa. Occorre allora dotarsi di strumenti e concetti ad hoc, capaci di leggere l’oggetto nella sua materialità segmentata e tridimensionale.
Il primo passo è individuare categorie di segmentazione che permettano di scomporre l’oggetto in unità rilevanti. Tra queste, una distinzione fondamentale riguarda l’interfaccia. Gli oggetti possono essere considerati come intermediari tra un soggetto e un altro oggetto, o tra due soggetti, o ancora tra due oggetti. Zinna propone di distinguere tra interfaccia-soggetto e interfaccia-oggetto. Il coltello, ad esempio, ha un’impugnatura destinata alla presa (interfaccia-soggetto) e una lama destinata a tagliare un altro corpo (interfaccia-oggetto). Questa distinzione riflette la doppia valenza dell’oggetto come mediatore di un’azione.
Tale analisi implica anche una revisione del concetto di protesi. Se l’oggetto è una protesi che amplifica, estende o sostituisce le capacità del corpo, come proposto da Eco e Maldonado, allora bisogna anche riconoscere che il confine tra corpo e oggetto non è più stabile. Zinna ricorda provocatoriamente che, nel 2004, la Microsoft ha brevettato la pelle umana come conduttore elettrico. È il corpo, in questo caso, a funzionare come protesi dell’oggetto. Ciò che conta, allora, non è più la distinzione tra organico e artificiale, ma la natura relazionale dell’oggetto, che agisce come predicato tra un soggetto operatore e un oggetto operato.
Questa funzione predicativa si concretizza nell’interfaccia. Zinna propone una tipologia degli oggetti basata sull’interfaccia dominante:
– oggetti soggetto/oggetto (strumenti, interfacce grafiche, comandi),
– oggetti oggetto/oggetto (cavi, adattatori, connettori),
– oggetti soggetto/soggetto (sistemi automatizzati, comandi vocali, interfacce immateriali).
Particolare attenzione è dedicata al fenomeno della dématérialisation: le tecnologie contemporanee tendono a occultare l’oggetto fisico, sostituendolo con agenti invisibili dotati di funzioni soggettive. I comandi vocali o gestuali, ad esempio, danno vita a entità apparentemente autonome, che eseguono ordini come se fossero soggetti, pur restando interfacce tecniche.
A questa analisi, Zinna affianca una distinzione essenziale tra componente supra-oggettuale (la parte visibile, plastica, cromatica, esterna dell’oggetto) e componente intra-oggettuale (la parte interna, meccanica, elettronica, invisibile). Questa opposizione si rivela particolarmente utile nella descrizione degli oggetti compatti, nei quali il design della superficie è in stretta relazione con la disposizione interna dei componenti. L’iPod, ad esempio, comunica l’effetto di compattezza attraverso la correlazione tra l’involucro esterno e l’assenza di spazi inutilizzati all’interno.
Infine, Zinna nota una tendenza recente del design: la valorizzazione estetica della parte interna. Le auto contemporanee, ma anche molti dispositivi elettronici, non nascondono più l’apparato tecnico, ma lo integrano nel progetto formale, spesso rendendolo visibile attraverso materiali trasparenti. Questo sviluppo si riassume in una formula: anche l’interno comunica. La progettazione dell’intra-oggettuale entra così a pieno titolo nella sfera della significazione.
Fonte: Alessandro Zinna, À quel point en sommes-nous avec la sémiotique de l’objet ?, in Objets & communication, MEI n°30-31, L’Harmattan.