Il concetto di effetto di senso, divenuto centrale nella riflessione semiotica, è legato all’idea di una realizzazione, più che a quella di una semplice conseguenza. Come spiega Isabella Pezzini, l’effetto di senso coincide con la concretizzazione di qualcosa, con il suo compimento. Non si tratta solo di ciò che segue un’azione, ma di ciò che effettivamente avviene nella relazione tra testo e interprete. In questa prospettiva, l’effetto di senso si pone come un’esperienza sensibile e soggettiva, innescata da una specifica organizzazione semio-linguistica.
Nel Dizionario di Greimas e Courtés, l’effetto di senso è definito come un’impressione di realtà prodotta dal contatto dei sensi con il senso stesso, cioè con una semiotica soggiacente. Si tratta dunque della semiosi come evento, del senso che si dà al soggetto, semplicemente per il fatto di essere al mondo. L’espressione, ripresa da Gustave Guillaume, indica infatti quel che emerge dall’incontro tra il soggetto umano e l’oggetto-mondo: il mondo del senso comune è, in questo quadro, l’effetto di senso generato da tale incontro.
Greimas distingue fra senso e significazione. Il primo è un presupposto primario, indefinibile e pre-semiotico; la seconda, invece, è il senso articolato, prodotto e riconoscibile all’interno di un sistema. La significazione può essere compresa solo nel momento in cui viene messa in opera: essa emerge nella manipolazione linguistica, nella traduzione da un testo all’altro, da un codice a un altro. Questo fare parafrastico, scrive Greimas, è una rappresentazione della significazione stessa in quanto atto produttivo, che coinvolge simultaneamente l’enunciatore e l’interprete.
In questa prospettiva, la significazione è una attività cognitiva programmata, sorretta dall’intenzionalità. L’effetto di senso, in quanto attualizzazione della significazione, rappresenta il punto in cui il senso si dà e si manifesta per qualcuno. È il primo indizio che rende possibile l’avvio di un processo di descrizione e formalizzazione metalinguistica.
Isabella Pezzini sottolinea che l’effetto di senso è sempre un effetto testuale: è a partire da una sua manifestazione che si può cominciare a interrogare un testo, cercando di ricostruirne le strutture e le strategie che lo hanno prodotto. In altri termini, si parte dall’effetto per risalire alle condizioni di produzione e alle potenzialità generative del testo stesso.
Non vi è, del resto, discontinuità tra effetto di senso inteso come risultato di un singolo elemento significante e quello che si sviluppa su porzioni più ampie del testo. Il concetto di isotopia, ad esempio, basato sulla ricorrenza semantica, può essere considerato come l’effetto di senso a livello macro-testuale: un effetto che non riguarda un semema isolato, ma l’organizzazione complessiva del discorso.
In questa accezione, l’effetto di senso diventa la chiave epistemologica che consente di pensare il testo non come un oggetto chiuso, ma come il luogo dinamico di una significazione che si manifesta e si costruisce attraverso l’incontro con un soggetto.
Riferimento bibliografico: Isabella Pezzini, L’efficacia del testo. Effetti e affetti nella semiosi