Nel loro comune orientamento strutturalista, Greimas ed Eco condividono un importante presupposto epistemologico: il rifiuto dell’essenzialismo. Se il senso si costruisce nella relazione e non in base a proprietà intrinseche dei termini, allora non può esistere alcuna “essenza” che garantisca la significazione.
Secondo Patrizia Violi, questo anti-essenzialismo emerge con chiarezza già ne La struttura assente di Eco, dove l’autore prende esplicitamente le distanze da ogni deriva ontologica, proponendo una lettura metodologica e non fondativa della struttura.
Greimas, invece, non affronta il concetto di struttura in modo diretto e teorico, e anzi nel Dizionario ragionato (1979), scritto con Courtés, si dichiara esplicitamente il rifiuto di entrare nelle “controversie filosofiche e ideologiche” legate a tale nozione. Tuttavia, la sua insistenza sulla testualità – partire sempre e soltanto da un testo, delimitandone i confini e analizzandone i livelli di senso – risponde a una preoccupazione epistemologica analoga.
Per entrambi gli autori, dunque, non esiste struttura “in sé”, ma soltanto strutture testualmente date. Greimas lo formalizza nel principio di immanenza, fondamentale nella sua teoria: la struttura va ricostruita, portata alla luce, in ogni singola analisi testuale.
Eco, dal canto suo, mostra lo stesso orientamento fin dai suoi primi lavori. Nonostante non usi mai il termine “immanenza”, la sua pratica analitica testimonia una metodologia coerente: “il criterio di ‘qualità’ di un testo – sottolinea Violi – non passava per classificazioni esterne… ma doveva essere ricercato proprio in un rigoroso lavoro sulla testualità”.
Per Eco, la semiotica è lo strumento con cui rendere più intelligibili anche i testi più popolari, esattamente come Greimas si applicava alla lettura della soupe au pistou. Le prospettive sono diverse, ma la radice comune è l’attenzione rigorosa alla testualità, in quanto unica sede legittima del senso.
Infine, mentre Greimas sviluppa la propria teoria senza confrontarsi esplicitamente con i dibattiti filosofici o linguistici del suo tempo, Eco si inserisce con consapevolezza nei discorsi contemporanei. È il caso, ad esempio, della distinzione tra semantica e pragmatica in Semiotica e filosofia del linguaggio, dove Eco afferma:
“Le regole per la generazione e l’interpretazione delle espressioni di un linguaggio sono sempre ancorate a uno specifico contesto”.
Anche qui, pur con linguaggi diversi, entrambi riconducono il senso al testo e al contesto, rigettando ogni ancoraggio ontologico.
Riferimento bibliografico:
Patrizia Violi. “Due vie per la semiotica o un incrocio di sguardi? Algirdas Greimas e Umberto Eco a confronto”, ENTORNOS, Vol. 30, No. 1, Junio 2017