Secondo Stefano Traini (2001), la teoria della conoscenza di Peirce è strettamente interrelata alla fondazione della semiotica. «Se nessuna conoscenza è possibile intuitivamente, allora ogni atto di cognizione è mediato, e la mediazione è attuata attraverso i segni e la semiosi», scrive Peirce [CP: 5.488]. Egli si definisce «pioniere, o piuttosto un esploratore» nell’attività di chiarire e iniziare ciò che chiama semiotica, vale a dire «la dottrina della natura essenziale e delle varietà fondamentali di ogni possibile semiosi». Secondo Peirce: «Per semiosi intendo un’azione, una influenza che sia, o coinvolga, una cooperazione di tre soggetti, come per esempio un segno, il suo oggetto e il suo interpretante, tale influenza trirelativa non essendo in nessun caso risolubile in un’azione tra coppie» [CP: 5.484].
Riferimento bibliografico: S. Traini, Le due vie della semiotica, Bompiani, Milano 2001.