La semiotica di Greimas è, prima di tutto, una teoria della generazione del senso. Essa non si limita a descrivere i segni o le loro manifestazioni, ma tenta di definire il senso secondo i modi della sua produzione, analizzando le relazioni e le trasformazioni che ne costituiscono la genesi.
Le componenti che intervengono in questo processo — spiegano Patrizia Magli e Maria Pia Pozzato — si articolano le une rispetto alle altre secondo un percorso che procede “dal più semplice al più complesso, dal più astratto al più concreto”. La generazione semiotica del discorso assume così la forma di un percorso generativo, che designa la produzione del senso attraverso una serie di investimenti progressivi del contenuto.
Questo percorso parte dalle istanze generative più profonde, di tipo logico-semantico, e si converte progressivamente in piani semio-sintattici più superficiali, fino a incontrare, attraverso le procedure di enunciazione, una struttura narrativa di superficie. Il senso di un testo, affermano le autrici, non si coglie dunque “a livello della sua manifestazione espressiva”, ma nei modi in cui esso “si genera e si svolge in un processo orientato di conversione”. Ogni testo non è altro che “l’evidenza e la memoria della sua storia generativa”.
Greimas distingue due grandi livelli: il livello semiotico profondo e il livello discorsivo più superficiale.
Il livello profondo comprende le strutture logico-semantiche, articolate in una sintassi fondamentale e in una semantica fondamentale, e le strutture semio-narrative, analogamente organizzate in una sintassi narrativa e in una semantica narrativa.
A questo livello segue l’intervento dell’istanza dell’enunciazione, che, attraverso specifiche procedure di discorsivizzazione, costituisce una sintassi di superficie (fondata su débrayages attanziali, spaziali e temporali) e una semantica discorsiva, articolata in un piano tematico più astratto e in un piano figurativo più concreto.
Questa articolazione, rappresentata nel celebre schema del percorso generativo, mostra l’interazione fra la componente sintattica e quella semantica nei diversi livelli:
- al livello profondo, la sintassi e la semantica fondamentali;
- al livello intermedio, la sintassi e la semantica narrative;
- al livello superficiale, la sintassi e la semantica discorsive, con le loro operazioni di tematizzazione e figurativizzazione.
L’obiettivo di Greimas è duplice: da un lato costruire un modello capace di rendere conto della produzione dei discorsi, dall’altro conciliare, attraverso una teoria dell’enunciazione, l’opzione generativa (intesa come teoria dell’enunciato in senso chomskiano) con una teoria del testo che tenga conto anche della dimensione pragmatica.
Le autrici notano che nei saggi raccolti in La grammatica narrativa di Greimas non si insiste molto sull’enunciazione e sul livello discorsivo a cui essa apre, sebbene il rapporto fra il tematico e il figurativo, come pure la prospettiva pragmatica della teoria, siano oggi centrali nel dibattito della scuola greimasiana.
I testi qui raccolti costituiscono piuttosto “una riflessione organica” collocata sul medesimo livello del percorso generativo: quello della sintassi narrativa.
Le strutture semio-narrative rappresentano infatti, secondo Magli e Pozzato, “la parte più articolata della teoria greimasiana”, perché costituiscono il punto in cui si organizza la dinamica stessa della significazione. È a partire da esse che il senso, da principio astratto, diviene discorso, e la teoria semiotica si mostra nella sua piena funzione generativa: non descrivere semplicemente i segni, ma costruire i meccanismi formali attraverso cui il senso prende corpo.
Riferimento bibliografico: Patrizia Magli, Maria Pia Pozzato, La grammatica narrativa di Greimas. Prefazione, in Algirdas Julien Greimas, Del senso 2. Narrativa, modalità, passioni, Milano, Bompiani.
