Alessandro Zinna evidenzia il passaggio dalla sequenza gestuale dell’uso alla riflessione sui valori impliciti che governano la progettazione degli oggetti. L’oggetto, infatti, non è soltanto portatore di una funzione o di un programma d’uso, ma anche veicolo di uno stile di vita, di un’etica, di una visione del mondo. L’atto progettuale incorpora una visione normativa: è qui che l’ideologia si annida, come livello profondo della significazione.
L’oggetto trasmette una pluralità di significati: la funzione d’uso, il valore di scambio, la sequenza narrativa e modale, ma anche i principi impliciti che hanno guidato la sua progettazione. Questi principi possono essere resi espliciti, come avviene nel caso dei designer che aderiscono a una carta etica per il design sostenibile. In tal senso, la produzione dell’oggetto non è neutra, ma orientata: ogni scelta relativa ai materiali, alla durabilità, alla biodegradabilità, all’impatto ambientale, diventa vettore di senso.
Zinna osserva che questa dimensione normativa non riguarda solo gli oggetti tecnici o architettonici, ma si estende a tutti gli oggetti d’uso quotidiano. Il design sostenibile rappresenta un esempio paradigmatico: a monte della forma visibile dell’oggetto, agisce un metaprogetto che orienta tutte le fasi della progettazione. Il metaprogetto non si limita a stabilire funzioni tecniche, ma introduce linee di condotta, veri e propri protocolli culturali che unificano le diverse ideazioni.
A partire da queste osservazioni, si evidenzia come l’oggetto sia inscritto in un circuito semiotico che lo collega sia alla sfera della produzione che a quella della ricezione. Il progetto implica scelte di valore, ma anche strategie di persuasione; l’uso, a sua volta, risponde a codici culturali che trasformano l’oggetto in pratica. In questo quadro, il metaprogetto si configura come l’anello intermedio tra ideologia e forma: non è visibile nell’oggetto, ma è ciò che lo rende possibile e lo struttura fin dalle sue premesse.
Il design, quindi, non solo dà forma alle cose, ma le dota di un’intenzionalità comunicativa. Ogni oggetto, anche il più semplice, partecipa a un discorso progettuale che può essere analizzato in chiave semiotica. È in questo spazio intermedio, tra decisione e materializzazione, che si gioca la partita del senso.
Fonte: Alessandro Zinna, À quel point en sommes-nous avec la sémiotique de l’objet ?, in Objets & communication, MEI n°30-31, L’Harmattan.