Tra le principali fonti della teoria hjelmsleviana, Galofaro individua la tradizione saussuriana, con cui Hjelmslev entra in contatto almeno dal 1925. Più che Saussure in persona, sono le rielaborazioni successive a costituire il punto di riferimento diretto. Il progetto di una grammatica generale prevede infatti un inquadramento dei fenomeni linguistici all’interno di una semiotica più…
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Paolo Fabbri. Oggetti, senso e segmentazione: verso una semiotica della significazione complessa
La Svolta Semiotica. Paolo Fabbri propone una riformulazione teorica della semiotica che superi gli ostacoli epistemologici legati alla nozione tradizionale di segno: abbandonare l’idea che i segni siano entità percepibili in sé, assegnabili a un lessico o a un’enciclopedia, e cominciare a considerarli come strategie semiotiche. In questa prospettiva, i lessemi non sono che strategie linguistiche…
La semiotica tra fondazioni fragili e lettura differenziale
Claudio Paolucci propone una ricostruzione della semiotica a partire da una constatazione ironica e spiazzante: l’immagine “maggiore” della semiotica si regge su tre testi “problematici”. Il Corso di linguistica generale non fu scritto da Saussure. I Collected Papers di Peirce raccolgono solo una parte della sua opera e ne riorganizzano arbitrariamente i contenuti. I Prolegomena to a Theory of Language di…
Processo e sistema: gli assi della struttura linguistica
Uno degli aspetti centrali della riflessione hjelmsleviana riguarda la distinzione tra due assi fondamentali della struttura linguistica: il processo e il sistema. Alessandro Zinna riprende questa distinzione per chiarire come ogni struttura, linguistica o simile, presenti due dimensioni analitiche tra loro intrecciate. L’asse del processo corrisponde alla successione lineare delle unità, che si manifestano nel…
Umberto Eco, La lunga esclusione della semiotica dal sapere scientifico
Nel suo saggio del 1976 (Il pensiero semiotico di Jakobson), Umberto Eco ripercorre la storia delle riflessioni sui segni mettendo in luce come la semiotica, pur avendo radici antichissime, abbia subito un lungo e ostinato ostracismo da parte della cultura scientifica. La nascita di una scienza che studiasse la produzione, lo scambio e l’interpretazione dei…
Espressione e contenuto: i due piani del linguaggio
Secondo Hjelmslev, ogni linguaggio presuppone una doppia articolazione: un piano dell’espressione e un piano del contenuto. Alessandro Zinna riprende questa distinzione come fondamento analitico imprescindibile. Ogni processo di significazione, infatti, implica sempre un’espressione e qualcosa di espresso. Per evitare le ambiguità legate al termine “significato”, che può evocare rappresentazioni mentali o comportamentali, Hjelmslev adotta il…
Dalle funzioni ai personaggi. La critica strutturalista a Propp
Per Vladimir Propp, le unità costitutive della fiaba non sono i personaggi, bensì le funzioni. Atti identici, osserva, possono essere eseguiti da personaggi diversi, con attributi diversi. Le funzioni sono limitate nel numero e costanti, mentre gli attributi dei personaggi costituiscono la parte variabile della favola. Con il termine “attributi”, Propp si riferisce a tutte…
Dal linguaggio al testo: analisi strutturale e teorie narrative
Alla fine degli anni Sessanta, la riflessione semiotica ha registrato uno spostamento teorico: l’interesse principale si è rivolto all’analisi dei testi. Tale orientamento ha comportato l’adozione, spesso implicita, di una dialettica tra strutture superficiali e strutture profonde. Questa distinzione, pur con variazioni concettuali, era già presente nei formalisti russi, in particolare nelle analisi sull’intreccio e…
Dal segno al linguaggio: la svolta strutturale
Per Alessandro Zinna, la semiotica contemporanea non si è mai configurata come una disciplina unitaria. Al contrario, nel corso della sua evoluzione più recente, ha progressivamente trasformato il proprio oggetto di indagine, passando da una scienza dei segni a una teoria dei linguaggi. Con Peirce, la semiotica muoveva i suoi primi passi come studio dei…
La lezione hjelmsleviana nella teoria dei codici
Nel suo intervento sulla rilettura del Trattato di semiotica generale, Stefano Traini dichiara apertamente la sua “predilezione particolare per la prima parte del Trattato”, quella dedicata alla teoria dei codici. Tale preferenza deriva dalla sua formazione hjelmsleviana, che lo porta a riconoscere in Eco un’impostazione fortemente strutturale in quella sezione del testo. Secondo Traini, Eco sembra…