Dopo aver messo in luce le affinità tra Greimas ed Eco, Patrizia Violi affronta le divergenze più significative, che si concentrano sui concetti di enunciazione e metalinguaggio.
L’enunciazione
Nella teoria greimasiana, l’enunciazione è centrale e deriva dalla tradizione strutturale inaugurata da Benveniste. Si tratta di un atto originario di “schizia creatrice” con cui il soggetto si proietta nell’enunciato, iscrivendo le categorie di persona, spazio e tempo (Io, qui, ora e non-Io, non qui, non ora). L’enunciazione lascia tracce testuali, ma di per sé resta inaccessibile.
Diverso è l’approccio di Eco: per lui non esiste un soggetto forte che prende la parola. Ogni parola, ogni enunciazione, è già immersa in una rete di altre enunciazioni che la precedono e la condizionano. La soggettività diventa così diffusa, coincidente con le pratiche semiotiche stesse: Eco la definisce come “bave e detriti” dell’enciclopedia. Due prospettive lontane – la schizia creatrice di Greimas e la soggettività diffusa di Eco – che però, come osserva Violi, si avvicinano nei successivi sviluppi teorici: la nozione di prassi enunciativa di Bertrand, Fontanille e Zilberberg recupera un’idea di enunciazione più impersonale e diffusa, vicina a quella di Eco.
Il metalinguaggio
Ancora più marcata è la differenza rispetto al metalinguaggio. Per Greimas, un metalinguaggio rigoroso, interdipendente e chiuso è condizione indispensabile per la scientificità della semiotica: serve a interdefinire i termini, ridurre la polisemia e garantire l’oggettività delle analisi. È questo metalinguaggio condiviso a fondare la comunità scientifica semiotica.
Eco, invece, rifiuta la possibilità stessa di un metalinguaggio di livello distinto: ogni segno è sempre ritraducibile in un altro nella catena infinita degli interpretanti. Nessun metalinguaggio può quindi chiudere definitivamente il senso. Eco preferisce esplorare tutte le accezioni possibili di ogni termine teorico, inserendo la storia della semiotica all’interno di una Enciclopedia rizomatica. Il controllo intersoggettivo, in questo modello, non è affidato a una comunità scientifica chiusa, ma alla comunità generale degli interpreti.
Due prospettive diverse, scrive Violi, ma forse non così lontane: entrambe mirano a garantire un controllo intersoggettivo sull’analisi e sull’interpretazione, anche se con modalità diverse.
Riferimento bibliografico:
Patrizia Violi. “Due vie per la semiotica o un incrocio di sguardi? Algirdas Greimas e Umberto Eco a confronto”, ENTORNOS, Vol. 30, No. 1, Junio 2017