Umberto Eco individua due radici distinte della semiotica: una linguistica, che si riconduce alla semiologia saussuriana, e una filosofica, che affonda nella riflessione di Peirce. In questo senso, «la semiologia di Saussure ha origini linguistiche, ma la semiotica di Peirce ha origini filosofiche». La convivenza tra queste due eredità è tuttora alla base della complessità disciplinare della semiotica.
Eco denuncia una tendenza riduttiva nella percezione pubblica della disciplina: oggi sembra che la semiotica si occupi soltanto di testi letterari o di pubblicità, trascurando il suo impianto filosofico originario. Per contrasto, dichiara: «Io ho sempre distinto tra una semiotica generale che cerca le condizioni generali della significazione — che è non solo una forma di filosofia, ma per me l’unica forma di filosofia possibile e valida oggi — e poi ci sono le semiotiche applicate, dove si vanno a cercare le regole interne a diversi sistemi di segni».
Nel corso dell’intervista, Eco riprende anche la questione dell’identità disciplinare della semiotica. Con tono ironico ma netto, respinge l’idea che essa possa essere considerata una scienza esatta o una disciplina “dura”. E precisa: «Ci sono degli ingenui che credono che la semiotica sia una scienza». Nemmeno come disciplina unitaria, la semiotica si lascia delimitare: per Eco non è paragonabile né alla storia della letteratura, né alla filosofia teoretica. Piuttosto, è un dipartimento o una facoltà, al cui interno convivono approcci anche molto diversi tra loro.
A supporto di questa visione, Eco propone un’analogia: «Cos’è la medicina? Nella medicina ci sta la chirurgia e la dietetica, la psichiatria e l’agopuntura». Allo stesso modo, la semiotica accoglie al proprio interno prospettive differenti, talvolta persino in contrasto, che possono però interagire in una qualche sinergia — «per usare una brutta parola». Riconoscere questa pluralità è essenziale per evitare che si instaurino lotte di scuola, lotte di faida, con accenti «un po’ talebani».
Il principio che Eco rivendica con forza è quello di una apertura metodologica: la semiotica è un campo di ricerca che richiede molteplicità di sguardi. L’importante, però, è non perdere di vista la domanda fondamentale: che cosa è un segno? E in quali condizioni si produce significazione?
Fonte: Semiotica: origini, definizione, sguardo sul presente, Intervista a Umberto Eco, Andrea Cirla, 2006