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Semiotica

Dalla scienza dei segni alla semiotica del testo. Il campo semiotico e le teorie della significazione

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Tre questioni sulla nozione di testo

Posted on 5 Giugno 20256 Giugno 2025 by semiotica.org

Nel suo lavoro intitolato L’invenzione del testo. Appunti per una ricerca, Gianfranco Marrone presenta — come egli stesso dichiara — «alcuni appunti: quelli con cui, in occasione del mio intervento al Seminario di semiotica interpretativa di Bologna (Scuola superiore di studi umanistici, 31 maggio 2006), ho cercato di esporre un frammento della mia ricerca in corso» (p. 237). Queste riflessioni rappresentano, così precisa Marrone, «lo stato del mio lavoro a quell’epoca» e tengono conto «solo parzialmente di quanto è stato detto e scritto successivamente» (p. 237).

L’autore definisce tale lavoro «ancora del tutto agli inizi» e lo descrive come «donchisciottesco, con tutto l’entusiasmo e i rischi del fatto di esserlo, e soprattutto di averne consapevolezza» (p. 237). La ricerca verte sulla nozione di testo e si configura come una riflessione su tre grandi questioni fra loro interrelate.

(i) «Innanzitutto», spiega Marrone, «appare necessaria un’investigazione sul campo semantico del termine, così come viene registrato in alcuni dizionari ed enciclopedie di varie lingue e culture, incrociandosi ovviamente con altri termini di campi semantici supposti vicini: dunque, insieme a “testo”, “opera”, “testualità”, “discorso”, “discorsività”, “narrazione”, “narratività” etc.» (p. 237).

(ii) Il «secondo passo» sarà quello di ricostruire — precisa Marrone — «più che una storia, una genealogia della nozione (nel senso di Foucault, che come è noto lavorava mettendo fra parentesi l’idea ingenua di cronologia e il presupposto ideologico di una supposta origine degli oggetti discorsivi)» (p. 237). Marrone sottolinea la necessità di una «ricognizione genealogica delle contemporanee teorie del testo», la quale dovrebbe abbracciare «un gran numero di campi disciplinari»: dalla critica filologica del testo all’ermeneutica filosofica, dalla linguistica testuale alla teoria letteraria, dalla pragmatica della comunicazione ai cultural studies, dall’antropologia strutturale e interpretativa al testualismo post-strutturalista, fino agli studi mediatici e — ovviamente — alla semiotica (p. 237-238). La semiotica, in questo progetto, fungerà da «punto di vista metodologico generale per attraversare un dominio d’esame così vasto e complesso» (p. 238).

A questo proposito, Marrone osserva che, grazie a un tale lavoro, emergerebbe — ad esempio — che «se per Rorty il “testualismo” è la pratica filosofica che pone la questione del linguaggio entro la costruzione e la circolazione dei concetti, e che per questo rivendica una deriva interpretativa che superi ogni preteso confine testuale precostituito (“non ci sono fatti ma solo interpretazioni”), per certi semiologi attuali il medesimo termine indica piuttosto il contrario: il voler ostinatamente restare entro i confini testuali, asfittici e improduttivi (“non ci sono interpretazioni ma solo fatti”)» (p. 238).

(iii) Infine, il terzo campo d’investigazione di questo progetto sarà quello di «una ricostruzione delle pratiche testuali della semiotica, dei diversi modi messi in atto dalla scienza della significazione per accostarsi al testo» (p. 238). Marrone spiega come la semiotica si confronti con il testo «costituendolo come oggetto d’analisi o trovandoselo bell’e fatto nella tradizione culturale di appartenenza» (p. 238); scegliendolo in alcuni settori della cultura (letterario o mediatico) e meno in altri (antropologico o medico); scomponendolo in segmenti/sequenze/tratti o assumendolo come configurazione di senso compiuto; seguendolo linearmente o ricostruendolo dalla fine; considerandolo come fenomeno eminentemente verbale o estendendolo ad altre sostanze dell’espressione; problematizzandolo o persino negandone la pertinenza teorica (p. 238). «Si inserisce qui — conclude Marrone — la questione di quei testi che in un modo o nell’altro per la semiotica sono stati “esemplari”, su cui s’è tornati negli anni e che quindi sono stati assunti come luoghi privilegiati d’esercizio e di affinamento dei modelli d’analisi» (p. 238).


Riferimento bibliografico: Gianfranco Marrone, L’invenzione del testo. Appunti per una ricerca, in Versus, 103-105, 2008.


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