Hjelmslev critica la “vecchia tradizione” seconda la quale segno è soprattutto “segno di qualcosa”. Questa concezione, osserva il linguista danese, pur essendo popolare e “largamente diffusa tra epistemologi e logici” è tuttavia “linguisticamente insostenibile”. Secondo Hjelmslev, il segno quindi non rimanda a “un contenuto esterno al segno stesso”, ma è invece (come già sostenuto da…
Autore: semiotica.org
Una struttura a due facce
“Non può esserci semplicemente un’espressione senza qualcosa di espresso e viceversa. Queste due proprietà sono fondamentali a tutti i linguaggi.“ (Hjelmslev. “La structure fondamentale du langage”) Hjelmslev affermava che, per motivi puramente logici, ogni linguaggio concepibile doveva necessariamente implicare due elementi: un’espressione e qualcosa che viene espresso. Riteneva che non potesse esistere un’espressione priva di…
La linguistica e il rigore scientifico
Hjelmslev riprende le fondamenta teoriche poste da Saussure e sviluppa in modo approfondito alcuni aspetti centrali del Corso di linguistica generale. In più occasioni sottolinea quanto la linguistica di Saussure rappresenti una svolta radicale rispetto alla tradizione precedente. Fino a quel momento, infatti, la linguistica era stata essenzialmente evolutiva, focalizzata soprattutto sugli aspetti fisiologici e storici…
Il segno linguistico è un’entità psichica a due facce
Secondo De Saussurre, nel segno linguistico sono coinvolti due elementi astratti, legati tra loro da un rapporto di associazione. Su questo punto Saussure insiste con particolare enfasi: il segno linguistico non mette in relazione una cosa e un nome, ma un concetto e un’immagine acustica. È importante chiarire che, secondo Saussure, l’immagine acustica non corrisponde al suono…
L’esistenza discorsiva delle passioni
Per Greimas, lo studio semiotico delle passioni non può prescindere dalla loro esistenza discorsiva. Le passioni (che “appaiono nel discorso come portatrici di effetti di senso molto particolari”) non sono proprietà esclusive del soggetto ma “proprietà del discorso nel suo complesso”. Per questo motivo la analisi semiotica delle passioni può iniziare interrogando il dizionario, dizionario…
La struttura aletica
Quando l’enunciato modale che ha per predicato il dovere “regge” l’enunciato di stato che ha l’essere come predicato, si ha quella particolare struttura modale che la semiotica generativa definisce aletica. La struttura aletica può essere proiettata sul quadrato semiotico. Questa proiezione permette di individuare quattro termini (Dover essere, Dover non essere, Non dovere non essere,…
La vita è semiosi
“Secondo Peirce tutto il pensiero può essere concepito come segno, perché la vita è semiosi: un’ininterrotta produzione di segni, che nascono sulla base di saperi pregressi (a loro volta fatti di segni) e danno adito a una fuga illimitata di interpretazioni – interpretazioni che in certi momenti, o in certi contesti, si fissano in abitudini…
François Rastier e il contesto della significazione
Un’evoluzione interessante dell’analisi semantica componenziale avviata da Greimas è proposta da François Rastier, che attribuisce grande importanza al contesto nella significazione. Egli distingue tra semi inerenti (cioè i tratti che definiscono il semema) e semi contestuali (afferenti), sottolineando come questa distinzione metta in crisi l’idea strutturalista dell’inventariabilità del senso. Per Rastier, infatti, la separazione tra tratti definitori e accessori è valida solo in teoria, perché nel…
La langue è la “prima scienza”
Ferdinand de Saussure sostiene che la linguistica debba concentrarsi sulla langue, cioè il sistema linguistico condiviso, piuttosto che sulla parole, ossia le espressioni individuali. Questa è la sua innovazione principale: sposta l’attenzione dallo studio comparativo e storico delle lingue al sistema collettivo che le regola. La langue, definita la prima scienza, è vista come un…
I limiti dell’interpretazione
Umberto Eco, dopo aver accennato al tema in Opera aperta, approfondisce in Lector in fabula il problema dei limiti dell’interpretazione, chiedendosi fino a che punto l’interprete possa essere libero rispetto alla struttura del testo. Ne I limiti dell’interpretazione (1990), Eco critica le teorie, come il decostruzionismo, che sostengono una libertà interpretativa illimitata. Eco afferma che…