Anna Maria Lorusso conclude la sua riflessione sul rapporto tra retorica e semiotica collocando al centro una questione decisiva: l’ideologia come forma normalizzata del senso. In questa prospettiva, la retorica non è più solo un repertorio di figure o un arsenale di strumenti persuasivi, ma una pratica interpretativa che, attraverso la semiotica della cultura, porta alla…
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La semiotica delle passioni: azione, affetto e trasformazione
Uno degli sviluppi più rilevanti della semiotica contemporanea è l’apertura teorica verso la dimensione affettiva della significazione. Paolo Fabbri sottolinea come questa svolta si inserisca in una trasformazione più generale del paradigma semiotico: da una prospettiva cognitivista e rappresentazionale, orientata alla conoscenza, verso un modello in cui l’azione e la passione assumono centralità. Già Roland Barthes, nel Piacere del testo,…
Senso e linguaggio: contro l’idea logocentrica
Può esistere un senso che non sia linguistico? Un senso che preceda o ecceda la parola, ma che nondimeno si dia come forma significativa? È questa la domanda con cui Patrizia Violi apre la sua riflessione per una proto-semiotica, cioè per uno studio delle forme di semiosi che precedono o si intrecciano al linguaggio strutturato. Contro…
L’immanenza tra filosofia e scienza: da Spinoza a Hjelmslev
Per comprendere il senso e il valore dell’immanenza nella teoria semiotica strutturale, Alessandro Zinna propone di andare a ritroso, interrogando la tradizione filosofica. Il suo approccio non mira a una ricostruzione storica esaustiva, quanto piuttosto a una sorta di promemoria delle radici concettuali da cui si è sviluppato il principio d’immanenza, a partire da ambiti…
La teoria dei codici e la funzione segnica nel Trattato di semiotica generale di Umberto Eco
Nel Trattato di semiotica generale, Umberto Eco distingue due domini fondamentali della disciplina semiotica: da un lato una teoria dei codici, dall’altro una teoria della produzione segnica. Stefano Traini, nel suo volume Le due vie della semiotica, si concentra inizialmente sull’analisi della prima, mettendone in rilievo gli elementi strutturali e le implicazioni teoriche, a partire dalla centralità della funzione segnica,…
Il lessico hjelmsleviano nel Dictionnaire raisonné de la théorie du langage
Alessandro Zinna dedica una sezione significativa del saggio «La semiotica: da Hjelmslev all’École de Paris» all’esame dell’influenza del lessico hjelmsleviano sulla semiotica francese, in particolare nel Dictionnaire raisonné de la théorie du langage curato da Greimas e Courtés. Zinna osserva che, tra gli autori più citati in questa opera, «il nome di Hjelmslev è di gran lunga…
Dalla mitologia alla semiotica scientifica: la rottura degli anni Settanta
Il legame tra mito e semiotica, inaugurato dalla stagione critica degli anni Cinquanta e Sessanta, è destinato a spezzarsi. Lo stesso gesto fondativo che aveva assegnato alla semiologia il compito di “demistificare i miti” si trasforma, nel giro di pochi anni, in un vincolo da superare. Ugo Volli ricostruisce con precisione questa svolta, che coincide con l’abbandono…
La svolta semiotica: dall’incontro con lo strutturalismo alla teoria dell’Enciclopedia
Claudio Paolucci ricostruisce la svolta semiotica di Umberto Eco, evidenziando come essa sia il risultato di una progressiva apertura del pensiero di Eco alla contaminazione tra domini eterogenei. Eco stesso racconta: «Agli inizi degli anni Sessanta mi trovo di fronte a un problema teorico: lavoro da un lato sulle espressioni più avanzate ed elitarie dell’arte…
Il mito, oggi: la demistificazione secondo Barthes
Il grande ritorno del mito nel discorso semiotico del Novecento non è avvenuto, paradossalmente, attraverso lo studio dei miti antichi, ma attraverso la critica dei miti contemporanei. Questo passaggio ha un nome preciso: Roland Barthes. Nel 1957, con la pubblicazione di Mythologies, Barthes proponeva una “semiologia generale del nostro mondo borghese” fondata su un gesto di smascheramento:…
La fortuna critica e le traduzioni italiane dell’opera di Hjelmslev
Alessandro Zinna ricostruisce la ricezione critica dell’opera di Louis Hjelmslev in Italia e in Francia. All’inizio degli anni Sessanta, osserva Zinna, la fortuna critica del maestro danese diminuisce a causa del crescente interesse per le teorie linguistiche di Noam Chomsky. Tuttavia, è proprio in quegli anni che i semiologi francesi, tra cui Roland Barthes e…