Dopo aver proposto una classificazione figurata degli usi del lessema testa, Greimas sospende l’analisi stilistica per introdurre una riflessione più sistematica sulla definizione del semema. È a questo punto che formula uno dei passaggi centrali della semantica strutturale: il semema è il risultato della combinazione tra un nucleo semico invariante
e una o più variabili contestuali
.
Greimas parte da una constatazione empirica: il lessema testa appare in una serie di contesti, ciascuno dei quali produce un diverso effetto di senso. Tuttavia, questi effetti non sono puramente arbitrari: «esiste una correlazione tra le variazioni contestuali da una parte e le variazioni di contenuto del lessema osservato dall’altra».
Ns e Cs: la formula del semema
Ns
(nucleo semico): contenuto invariante, un minimo semico permanente;Cs
(semi contestuali): variabili semiche, responsabili delle differenze di senso.
Definisce quindi il semema come: semema Sm = Ns + Cs
Classi contestuali e effetto di senso
A diverse occorrenze lessicali può corrispondere lo stesso effetto di senso. Per esempio:
- spaccare la testa
- rompersi la testa
- testa di morto
Tutte esprimono il significato di “parte ossea della testa”. Greimas propone dunque di raggruppare le occorrenze in classi contestuali e di definire il sema contestuale
come il tratto comune alla classe.
Definizione operativa
Nei casi semplici, è sufficiente che una classe contestuale sia definita da un solo Cs
. Si può allora considerare:
Sm = Ns + Cs
Riferimento bibliografico:
A.J. Greimas, Sémantique structurale, Larousse, Paris 1966, tr. it. di I. Sordi, Semantica strutturale, Meltemi, Roma 2000