Nel quadro della semiotica contemporanea, il discorso politico si configura come una pratica strategica, orientata alla produzione di effetti di credenza e di adesione. Betül Çanakpınar, Murat Kalelioğlu e Veli Doğan Günay mettono in luce come l’analisi semiotica consenta di comprendere non solo la struttura linguistica dei discorsi, ma la logica profonda che regola le relazioni tra soggetti, valori e poteri.
Ogni discorso politico rappresenta, in questa prospettiva, un campo d’azione nel quale il linguaggio diventa strumento di influenza e di negoziazione del senso. Le parole, le immagini e le narrazioni non veicolano soltanto informazioni: costruiscono mondi possibili, modulano la percezione del reale e definiscono i ruoli degli attori coinvolti.
L’attività politica appare così come una forma di messa in discorso del potere, dove la comunicazione diventa essa stessa una prassi di dominio o di legittimazione.
Gli autori sottolineano che la semiotica politica permette di comprendere il funzionamento generale dei discorsi attraverso il modello attanziale di Greimas, il quale evidenzia i rapporti di forza tra soggetti e destinatari, opponenti e aiutanti. In tale prospettiva, la strategia non è un elemento esterno al linguaggio politico, ma la sua forma organizzativa interna: il dispositivo che articola valori e obiettivi, costruendo un ordine di senso condiviso.
L’ideologia emerge come una dimensione strutturante, una cornice invisibile che guida la generazione del discorso e determina le sue modalità di legittimazione. Argomentazione e persuasione si fondano così su un sistema di presupposti valoriali che, pur impliciti, orientano la ricezione e la credibilità dell’enunciato politico.
La semiotica del discorso mostra che ogni atto comunicativo di natura politica implica un insieme di scelte strategiche che definiscono chi parla, a chi, e con quale scopo.
In questa visione, il discorso politico appare come una rete di pratiche semiotiche che modellano la realtà sociale, determinando la possibilità stessa di riconoscere un soggetto come “autorevole” o “affidabile”. Comprendere la dimensione strategica del linguaggio politico significa, dunque, analizzare le operazioni di senso che fondano l’autorità e la persuasione.
Riferimento bibliografico: Betül Çanakpınar, Murat Kalelioğlu, Veli Doğan Günay, Political discourse and semiotics, Chinese Semiotic Studies, De Gruyter, 2024.
