Secondo Umberto Eco, il testo/segno non è soltanto il risultato di una pratica produttiva o di una pratica interpretativa, ma il luogo in cui queste due dimensioni si incontrano. Patrizia Violi osserva che, a un primo sguardo, produzione e interpretazione sembrerebbero configurarsi come pratiche contrarie e complementari. Tuttavia, a un’analisi più attenta, l’interpretazione non si distingue rigidamente dalla produzione: essa è a pieno titolo una modalità produttiva.
Già nella tabella dei modi di produzione del Trattato di semiotica generale Eco includeva i segni “per riconoscimento”. L’interpretazione, in questo senso, appare come una pratica di riconoscimento di tipo inferenziale e abduttivo, in cui il senso viene costruito attraverso la produzione di nuovi interpretanti. Violi sottolinea che anche altre modalità – dall’invenzione all’ostensione, fino alla replica – implicano sempre un lavoro interpretativo, se si assume il segno come inferenza.
Di conseguenza, produzione e interpretazione non sono pratiche opposte, ma due modi diversi di guardare allo stesso processo: la semiosi in atto. È in questa attività continua di segmentazione e risegmentazione del contenuto che il soggetto prende forma. Non si tratta quindi di una soggettività ridotta a traccia testuale, ma di una soggettività diffusa, inscritta nelle pratiche stesse.
Eco anticipa così, già nel Trattato del 1975, un superamento del formalismo strutturalista. Nello strutturalismo classico il legame tra espressione e contenuto era garantito da un operatore logico, la “funzione segnica”. In Eco, invece, ciò che tiene insieme i due piani della semiosi è il soggetto stesso, inteso come pratica operante e storicamente fondata.
Questa impostazione colloca il soggetto al centro della processualità, permettendo di coglierlo come parte integrante delle pratiche culturali e comunicative, piuttosto che come una funzione trascendentale o una mera iscrizione testuale.
Riferimento bibliografico: Patrizia Violi, “Il soggetto è negli avverbi”. Lo spazio della soggettività nella teoria semiotica di Umberto Eco, in “Autour Umberto Eco. Signes, représentations, interpretations”, Sofia, 2004. Pubblicato online il 7 gennaio 2005.