Un altro nodo cruciale nel confronto tra Greimas ed Eco riguarda il tema dell’apertura o chiusura interpretativa del testo. Violi sottolinea come questa contrapposizione sia spesso letta in modo stereotipato: Eco sarebbe fautore dell’apertura interpretativa, mentre Greimas difenderebbe la chiusura e la rigorosa definizione dei confini testuali. Ma, avverte Violi, anche questa dicotomia è da sfatare.
Nella teoria di Eco, infatti, l’apertura interpretativa è sempre strettamente delimitata: già in Lector in fabula e successivamente ne I limiti dell’interpretazione, Eco definisce con chiarezza i confini dell’interpretazione legittima. È significativo che proprio in I limiti dell’interpretazione Eco si opponga in modo netto alle derive decostruzioniste che rivendicavano una libertà interpretativa illimitata.
La posizione di Eco, osserva Violi, è sempre stata dialettica, in dialogo con il dibattito coevo: Opera aperta e La struttura assente vengono scritti in un contesto di egemonia strutturalista e sembrano voler controbilanciare il rigore di quell’impostazione. Al contrario, Lector in fabula e I limiti dell’interpretazione nascono in un momento di forte influenza del decostruzionismo, a cui Eco reagisce con decisione.
Greimas, invece, ha sempre mantenuto una posizione più compatta: la questione dell’interpretazione testuale non si pone mai esplicitamente come problema, ma come un percorso ricostruttivo che risale dai livelli superficiali a quelli profondi secondo il principio di immanenza testuale. Non è un caso, nota Violi, che anche negli ultimi scritti di Greimas (come De l’imperfection) l’attenzione resti centrata sulle dinamiche testuali.
Violi rileva che anche il Lettore Modello di Eco è una dimensione immanente al testo, essendo la strategia interpretativa prevista dall’autore e iscritta nella struttura stessa. È vero che in Eco questa strategia non assume la forma di una ricostruzione a ritroso come in Greimas, ma, sottolinea Violi, il dato più rilevante è che per entrambi il testo è chiuso nella sua struttura interna.
Eco distingue tra tre tipi di intentio (intentio autoris, intentio operis e intentio lectoris), ma è l’intentio operis – la struttura interna del testo – a costituire l’unico criterio valido per l’interpretazione. Tutto ciò che è esterno è uso, secondo la celebre distinzione di Eco.
A Greimas interessa la ricostruzione generativa del testo, Eco, invece, si concentra sugli indizi disseminati nel testo per guidare il lettore verso il percorso interpretativo previsto. In entrambi, comunque, il testo stesso rimane la sede del senso, e le loro teorie – conclude Violi – convergono più di quanto comunemente si creda.
Riferimento bibliografico:
Patrizia Violi. “Due vie per la semiotica o un incrocio di sguardi? Algirdas Greimas e Umberto Eco a confronto”, ENTORNOS, Vol. 30, No. 1, Junio 2017