Nella sua accezione classica, la singolarità designa ciò che distingue un’entità da ogni altra. Nelle scienze del vivente essa è frutto di un processo evolutivo di differenziazione, una strategia che permette a un organismo di rendersi identificabile e riconoscibile. In semiotica, la singolarità è stata letta attraverso il prisma dell’enunciazione: ogni enunciato è singolare perché attualizza una…
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I modi di esistenza semiotica secondo Hjelmslev e Greimas
In alternativa all’approccio che classifica i fenomeni semiotici in base alle sostanze espressive — e che concentra l’analisi sulla definizione di “linguaggi specifici” e delle rispettive unità minime — Calabrese propone di riprendere i concetti hjelmsleviani relativi ai modi di esistenza semiotica, secondo l’interpretazione offerta da Greimas. Hjelmslev distingue due modi fondamentali di rapporto tra…
Il formato come categoria semiotica: forma, misura, sostanza
Nella prospettiva proposta da Tiziana Migliore e Marion Colas-Blaise, la semiotica del formato nasce dall’esigenza di riconoscere nel formato una categoria d’analisi autonoma, e non solo un parametro tecnico o esterno. Si tratta, infatti, di un elemento strettamente inerente alla forma, ma che la modula, la condiziona e la restituisce secondo modalità metriche, spaziali, percettive…
Attenzione e indebolimento della forma
Nel testo estetico, la gestione dell’attenzione del fruitore è una componente fondamentale. Daniele Barbieri osserva che l’attenzione non è un presupposto invariabile della fruizione, ma una variabile che può essere modulata e costruita dal testo stesso. Il testo estetico, in particolare, è quello in cui l’attenzione non dipende tanto dalle informazioni trasmesse quanto dalla forma interna attraverso…
Il corpo come sede del senso
Nel percorso che Isabella Pezzini traccia sull’efficacia testuale, il corpo assume progressivamente una posizione centrale. Non più solo oggetto di manipolazione o luogo passivo della ricezione, ma sede originaria e attiva della significazione. A sintetizzare questa svolta è l’opera di Jacques Fontanille Figure del corpo (2004), punto di riferimento per una semiotica che indaga le radici corporee…
GAN: semiotica del conflitto e la spirale del falso
Le Generative Adversarial Networks (GAN), introdotte da Ian J. Goodfellow nel 2014, rappresentano per Massimo Leone un punto di osservazione privilegiato per una semiotica dell’intelligenza artificiale. Il loro funzionamento si fonda su un’architettura dialettica: due moduli — un generatore e un discriminatore — si confrontano in un processo di apprendimento competitivo. Il primo produce rappresentazioni…
L’oggetto come fatto semiotico: dal progetto alla significazione
Nel quadro teorico proposto da Michela Deni, l’oggetto è considerato un fatto semiotico a pieno titolo, e come tale va descritto, analizzato e interpretato. Ma cosa significa, in termini operativi, assumere l’oggetto come fenomeno significante? La risposta non è né ideologica né metaforica: è metodologica. Secondo Deni, occorre partire da una constatazione fondamentale — «tout objet est…
Naturalismo e invenzione: tra poesia, zoologia e parodia scientifica
Il Nasobēm avanza con grazia, poggiato sul suo naso, seguito dal suo piccolo. È una creatura immaginaria, ma non un mostro: è una specie. Con questa affermazione, il poeta tedesco Christian Morgenstern, nel componimento Das Nasobēm (1905), mette in discussione il confine tra finzione e realtà naturalistica, tra creazione poetica e classificazione zoologica. Il nome stesso dell’animale – una…
Effetti di verità e figuratività discorsiva
Il passaggio dall’effetto di realtà all’effetto di verità implica un cambiamento significativo nell’orizzonte teorico: non si tratta più soltanto di sembrare reale, ma di apparire vero. Isabella Pezzini mostra come l’effetto di verità non si limiti a una corrispondenza tra enunciati e stati del mondo, ma coinvolga una dimensione più sottile: quella della rivelazione, della perspicuità, dell’esperienza…
Oggetti, non cose: Foucault, Deleuze e la teoria della forma
Paolo Fabbri propone una distinzione cruciale: quella tra oggetto e cosa. L’oggetto non è un dato grezzo dell’esperienza, né una realtà che precede la parola; al contrario, è il prodotto di un incontro tra una forma del contenuto e una forma dell’espressione. In questa prospettiva, non vi è oggetto senza semiotizzazione. Fabbri afferma con decisione:…