Nel definire i confini della disciplina semiotica, è fondamentale interrogarsi sullo status delle cosiddette semiotiche naturali e sulla validità della distinzione tra ciò che è “naturale” e ciò che è “costruito”.
Greimas e Courtés propongono di considerare come semiotiche naturali “due vasti insiemi significanti: da una parte le lingue naturali, e dall’altra i ‘contesti extra-linguistici’, che noi consideriamo come semiotiche del mondo naturale”. Tali semiotiche sono dette naturali “perché anteriori all’uomo”, che “le subisce, ma non le costruisce”.
Tuttavia, questa frontiera tra il dato naturale e ciò che è costruito appare, a uno sguardo più attento, sfocata. Il discorso letterario, ad esempio, “utilizza una certa lingua naturale”, ma è una costruzione culturale complessa; le logiche si fondano sulle lingue naturali, ma ne escono trasformate; e anche la distinzione tra spazio naturale e spazio costruito è problematica: “il paesaggio ‘naturale’ è evidentemente un concetto culturale e non ha senso se non in rapporto allo spazio informato dall’uomo”.
Queste considerazioni portano Greimas e Courtés a prendere le distanze dalla posizione di Ferdinand de Saussure e Louis Hjelmslev, per i quali “le lingue naturali sono semiotiche fra le altre”. Al contrario, essi ritengono che le lingue naturali e il mondo naturale debbano essere considerati “vasti serbatoi di segni, luoghi di manifestazione di numerose semiotiche”.
Allo stesso modo, anche il concetto di costruzione va “rivisto e rivalorizzato”. Dal momento che ogni costruzione implica un soggetto costruttore, è necessario “prevedere un posto – accanto ai soggetti individuali – per dei soggetti collettivi”: esempi di questo sono i discorsi etnoletterari o etnomusicali, che sono “discorsi costruiti, quale che sia lo status che l’antropologia genetica attribuisce ai soggetti produttori di tali discorsi”.
A partire da queste considerazioni, gli autori propongono di sostituire l’opposizione naturale/costruito con quella tra semiotiche scientifiche e semiotiche non scientifiche. Una semiotica può dirsi scientifica – “nel senso largo di questo qualificativo” – quando è trattata “nel quadro di una teoria semiotica, esplicita o implicita”. Così, ad esempio, anche “la costruzione di un linguaggio documentario” si fonda su una teoria, per quanto “poco scientifica” possa sembrare.
Riferimento bibliografico: Algirdas Julien Greimas, Joseph Courtés, Semiotica. Dizionario ragionato della teoria del linguaggio, trad. it. a cura di Paolo Fabbri, Bruno Mondadori, Milano, 2007.