Stefano Traini, nel suo volume Le due vie della semiotica, riprende e commenta il pensiero di Umberto Eco, in particolare riferendosi a Lector in Fabula. Traini evidenzia che il concetto di inferenza riveste un ruolo centrale già in diversi contesti della teoria semiotica: scegliere un topic, ad esempio, implica un’inferenza, ossia una scelta rischiosa che può rivelarsi sbagliata (abduzione).
L’attività interpretativa, osserva Traini, è strettamente connessa all’attività inferenziale. Il destinatario, nell’atto di interpretare un testo, compie continue previsioni su ciò che potrà accadere in seguito. Traini spiega che anche in una semplice conversazione tra due interlocutori, raramente le frasi risultano complete: spesso ci si interrompe proprio a causa di questa attività previsionale che consente di completare la frase dell’altro con rapide inferenze. Talvolta, però, queste inferenze si rivelano errate e si rende necessario ribadire un concetto frainteso.
Traini prosegue sottolineando come questa attività previsionale diventi ancora più evidente nell’interpretazione dei testi scritti. Ogni volta che nel testo avviene un evento che modifica in qualche misura il mondo narrativo, il lettore è portato a fare previsioni sullo stato di cose che potrà seguire. È proprio su questo meccanismo che i testi giocano, utilizzando i cosiddetti segnali di suspense. Proseguendo nella lettura, il lettore verificherà se le sue previsioni sono corrette oppure se risultano disattese.
A questo proposito, Traini cita Eco: per prefigurare un certo corso di eventi, il lettore compie delle passeggiate inferenziali — uscendo metaforicamente dal testo per recuperare quelle che Eco definisce sceneggiature comuni e/o intertestuali — e formula ragionamenti di questo tipo: la situazione è x, e, secondo la mia esperienza e i testi che conosco, quando la situazione è x allora succede y, dunque posso prevedere che succederà y. In questo modo, il lettore rientra poi nel testo e prosegue la lettura, pronto a verificare se la previsione si rivelerà giusta o sbagliata.
Riferimento bibliografico: Stefano Traini. Le due vie della semiotica: Teorie strutturali e interpretative (Strumenti Bompiani)