Nel momento in cui si affronta l’analisi di una categoria, la semiotica greimasiana insiste sull’importanza di articolare quattro termini. Alain Perusset ricorda che questa esigenza prende forma attraverso due dispositivi teorici centrali: il quadrato semiotico, sviluppato da Greimas alla fine degli anni ’60, e lo schema tensivo, elaborato da Zilberberg negli anni ’90. Entrambi i modelli promuovono una visione quadripartita della categorizzazione.
Secondo la prospettiva greimasiana, una categoria è un tipo cognitivo, vale a dire uno schema mentale che raccoglie le occorrenze sperimentate nel mondo. L’idea che abbiamo del “cioccolato”, ad esempio, rappresenta un tipo cognitivo; i singoli cioccolati che vediamo o assaggiamo sono invece delle occorrenze, diverse per forma, gusto, origine, composizione.
Senza il supporto degli strumenti semiotici, l’analisi di una categoria tende a cadere in due approcci opposti e inefficaci. Il primo è l’inventario illimitato e incontrollato: cioccolato al latte, bianco, fondente con varie percentuali di cacao, con nocciole, con miele, artigianale, industriale, e così via. Il secondo consiste nel ricorso a una coppia di termini emblematici, spesso opposti ma non necessariamente termini-limite, come nel caso della categoria “temperatura”, dove ‘caldo’ e ‘freddo’ sono mediati da estremi come ‘bruciante’ o ‘gelido’.
Tuttavia, per molte categorie – e il caso del “cioccolato” è emblematico – è difficile individuare una bipartizione consolidata. Le opposizioni possibili sono molteplici: neutro/arricchito, industriale/artigianale, per bambini/per intenditori, dolce/amaro. La scelta del criterio discriminante è dunque cruciale.
Perusset sottolinea che, secondo la prospettiva della semantica interpretativa di François Rastier, il criterio più adatto è quello pertinente, ossia quello che consente di distinguere in modo significativo le esperienze della categoria da parte dei soggetti coinvolti. Nelle scienze umane – osserva – questo criterio è spesso antropocentrico: bisogna chiedersi quando e come un individuo esperisce una certa categoria, e su quale base percepisce differenze rilevanti tra le occorrenze.
Nel caso del cioccolato, l’esperienza comune è prevalentemente gustativa. Il criterio che si impone, allora, è quello del gusto-saveur – e non del gusto come preferenza soggettiva. Perusset precisa che la differenza tra cioccolato dolce e cioccolato amaro è fondata su una base antropologica: la tolleranza all’amaro è limitata e richiede spesso un’educazione del palato, come avviene con il vino. Questo porta a considerare il gusto-saveur come criterio discriminante centrale.
Sulla base di questo criterio, è possibile costruire una prima opposizione netta tra:
- il ‘cioccolato bianco’, notoriamente dolce, privo di polvere di cacao, e talvolta non riconosciuto come “vero” cioccolato;
- il ‘cioccolato nero’, intenso, ricco di cacao, considerato più autentico, ma anche più difficile da apprezzare.
Da questa opposizione nasce il quadrato semiotico. I due estremi (cioccolato bianco e cioccolato nero) costituiscono i sovra-contrari. Le loro negazioni danno origine ai subcontrari, che si collocano tra le due polarità: ad esempio, il cioccolato al latte come “non amaro” e il cioccolato al caffè come “non dolce”.
Nel modello greimasiano, la necessità di nominare anche i subcontrari permette di cogliere la continuità tra i poli. Ma ciò pone anche dei problemi: non sempre esistono forme istituzionalizzate che corrispondano a queste posizioni intermedie. La proposta del “cioccolato al caffè” è una ipotesi ragionata, fondata su criteri tensivi e gustativi, ma ancora priva di piena legittimazione collettiva.
La procedura metodologica, tuttavia, resta solida: non importa tanto il contenuto specifico dei termini, quanto la struttura relazionale che guida la costruzione della categoria. Come conclude Perusset, il quadrato semiotico offre una griglia coerente per l’articolazione delle categorie, indipendentemente dalle variazioni culturali o empiriche dei singoli termini.
Riferimento bibliografico: Alain Perusset, Éléments de sémiotique catégorielle. Théorie, méthode, schémas et pratique, Actes Sémiotiques, n° 126, 2022.