Nel descrivere i meccanismi fondamentali della significazione, Ugo Volli parte dalla distinzione tra due tipi di relazioni tra gli elementi comunicativi: le relazioni sintagmatiche e quelle paradigmatiche. Questa distinzione, centrale nella linguistica strutturalista, è alla base della strutturazione del senso nei testi, nei codici e più in generale nei sistemi semiotici.
La relazione sintagmatica: l’asse del processo
Ogni elemento della comunicazione è legato ad altri con cui si manifesta simultaneamente o in sequenza. Volli chiarisce che nella vita reale non si usano segni isolati: una parola è sempre inserita in una frase, un abito (come una giacca) è portato insieme a camicia e pantaloni, una trasmissione è parte di un palinsesto. La contiguità spaziotemporale — la semplice vicinanza — genera una relazione che viene detta sintagmatica, paragonabile alla sintassi linguistica, ossia alla combinazione degli elementi nella frase.
Questo asse si definisce asse del processo, ed è regolato da modelli generali che guidano tanto chi produce quanto chi interpreta la comunicazione. Nella lingua italiana, ad esempio, ci si aspetta che una frase abbia un soggetto e un verbo concordato, così come nell’abbigliamento formale ci si aspetta una camicia sotto la giacca e delle scarpe sotto i pantaloni. I diversi elementi, scrive Volli, “si oppongono fra loro per categorie e insieme si pongono a vicenda dei vincoli”.
La relazione paradigmatica: l’asse del sistema
Accanto alla relazione di contiguità, ogni elemento si definisce anche in base ad altri che potrebbero trovarsi al suo posto. Questa è la relazione paradigmatica: non riguarda l’effettiva presenza degli elementi, ma la loro possibilità di sostituzione. Volli scrive che “sopra la camicia, al posto di una certa giacca, potrebbero essere indossate altre giacche […] oppure un giubbetto o un golf; ma non invece una seconda camicia”. Similmente, al posto di un nome proprio in una frase si possono usare altri nomi o pronomi, ma non un verbo.
Queste opposizioni e alternative non sono dettate da impossibilità fisiche, ma da un sistema di aspettative culturali — un codice. Ogni cultura stabilisce norme e divieti combinatori che rendono riconoscibile un messaggio come sensato. Volli sottolinea: “perché ci sia senso occorre che vi siano combinazioni permesse e altre proibite”.
Questa seconda relazione costituisce l’asse del sistema, ed è più astratta rispetto all’asse del processo. Gli elementi che vi appartengono si definiscono non per contiguità ma per similitudine e opposizione sistematica.
Gli assi come struttura del campo comunicativo
Volli fornisce due schemi esemplificativi per illustrare le differenze tra i due assi:
- l’asse del sistema si configura come una ramificazione, come nel caso del sistema dei primi piatti nella cucina italiana;
- l’asse del processo ha invece una struttura a slot (o a caselle), come nel caso del menu di un pasto all’italiana, con elementi obbligatori o facoltativi disposti in sequenza.
Nel pensiero strutturalista, ciò che conta non sono tanto i contenuti riempiti in questi slot, ma gli spazi stessi. “Questi spazi, ancora più dei contenuti che li possono riempire, determinano le scelte di una cultura”.
La conclusione è che gli assi del processo e del sistema definiscono e organizzano le risorse culturali e comunicative disponibili per una certa funzione in una certa società, e sono perciò soggetti a una forte impronta ideologica.
Riferimento bibliografico: Ugo Volli, Manuale di semiotica, Roma-Bari, Laterza, 2000.