Per comprendere la metafora come connessione tra due domini concettuali distinti, è necessario chiarire che cosa si intenda esattamente per dominio e come questo concetto si distingua da nozioni affini quali image schema, frame e spazio mentale, ampiamente utilizzate nella teoria della metafora concettuale.
Volkhard Krech osserva come il termine “dominio” non venga usato in modo univoco. In senso generale, esso indica un’area coerente della concettualizzazione in riferimento alla quale si definiscono unità semantiche. In senso più specifico, può riferirsi a cluster di termini e testi che mostrano coerenza lessicale elevata (Gliozzo e Strapparava 2009). In senso formale, Croft definisce un dominio come una struttura semantica che funge da base per almeno un profilo concettuale, secondo la distinzione di Langacker tra “profilo” e “base”. In ambito sociolinguistico, infine, un dominio è spesso inteso come ambito tematico di discorso (es. economia, diritto, religione), caratterizzato da lessico specifico.
Kövecses ha proposto una distinzione tra quattro livelli di schematicità, utile per chiarire la differenza tra questi concetti:
- Gli image schemas sono strutture ricorrenti dell’esperienza sensomotoria che permettono l’astrazione concettuale. Operano trasversalmente nel sistema concettuale, dando senso a una vasta gamma di esperienze.
- I domini, a differenza degli image schemas, non sono strutture analogiche, ma proposizionali. Sono più informativi e meno schematici, e comprendono molte più componenti.
- I frame sono ancora meno schematici: elaborano aspetti particolari all’interno di un dominio, strutturandoli in ruoli e relazioni tra ruoli. Ad esempio, un frame può organizzare i concetti collegati a un’attività come “fare acquisti”, distinguendo ruoli come acquirente, venditore, merce e denaro.
- Gli spazi mentali (mental spaces), infine, rappresentano strutture altamente specifiche, attivate nel corso dell’elaborazione online in situazioni comunicative concrete. Derivano da frame convenzionali ma sono determinati dal contesto specifico.
Kövecses colloca questi quattro concetti in una gerarchia di schematicità: image schemas sono le strutture più generali e astratte, mentre gli spazi mentali sono le più contestuali e specifiche.
Krech propone un ulteriore raccordo tra queste nozioni e la semiotica peirceana. Gli image schemas corrispondono alla firstness (forme e proprietà), i domini e i frame alla secondness (differenze e relazioni), mentre gli spazi mentali alla thirdness (mediazione, regole contestuali). Di conseguenza, una mappatura metaforica si articola su tre livelli:
- nella firstness, tramite gli image schemas, si instaurano somiglianze tra domini distinti;
- nella secondness, i domini e i frame consentono di stabilire analogie parziali e relazioni selettive tra elementi dissimili;
- nella thirdness, gli spazi mentali mediano l’intera costruzione metaforica in funzione del contesto pragmatico.
In questa prospettiva, ogni metafora non si limita a proiettare struttura da un dominio a un altro, ma mobilita contemporaneamente tutti e tre i livelli categoriali per generare un nuovo significato.
Riferimento bibliografico: Volkhard Krech, How transcendence is signified through metaphors: a contribution to the understanding of the emergence of religious meaning, Semiotica 2025; 264: 1–44.