La nozione di significato, nel contesto della teoria tensiva di Daniele Barbieri, è inseparabile dal concetto di aspettativa. Contrariamente a una concezione linguistica tradizionale che tende a separare il significato dal segno come entità eteromateriche — una fisica, l’altra concettuale — Barbieri esplora la possibilità che significato e segno siano omomaterici, ovvero della stessa natura materiale, come suggerito anche da Umberto Eco nella sua classificazione dei segni. In particolare, Barbieri si rifà a un’indicazione di Gregory Bateson: ridondanza e significato sarebbero, in certi casi, lo stesso fenomeno.
La ridondanza, nella Teoria dell’Informazione, è una ripetizione che consente di inferire elementi mancanti di un messaggio, anche in presenza di rumore. Per esempio, se riceviamo “il ga??o ha risolto il problema dei topi”, possiamo dedurre che il messaggio iniziale conteneva la parola “gatto”. Qui non è la ripetizione in sé a generare ridondanza, ma la possibilità di inferire le regole di costruzione del messaggio sulla base della sua coerenza. In questo senso, la parte diventa campione del tutto. Secondo Barbieri, “in tutti questi casi, ridondanza e significato sono il medesimo fenomeno: la parte del messaggio significa il tutto nella misura in cui ne permette e autorizza la ricostruzione.”
Proseguendo su questa linea, Barbieri riprende l’elaborazione di Leonard B. Meyer, che distingue tra significato incorporato (embodied meaning) e significato designativo (designative meaning). Quest’ultimo è il significato convenzionale, che rinvia a qualcosa di esterno al testo. Il significato incorporato, invece, si trova interamente dentro la sequenza testuale: un “termine sonoro” significa il proprio probabile proseguimento. Il fruitore esperisce il significato anticipando le forme a venire, e la tensione deriva da queste attese, più o meno disattese o soddisfatte.
Questa distinzione di Meyer si riflette in quella proposta da Barbieri tra significato ipotetico, evidente e determinato:
- Il significato ipotetico è l’attesa di un certo sviluppo.
- Il significato evidente è ciò che il termine assume alla luce delle conseguenze che si sono effettivamente verificate.
- Il significato determinato è quello che il termine acquisisce alla conclusione dell’intero testo, quando tutte le forme sono chiuse.
Si tratta di una prospettiva processuale e dinamica, in cui la comprensione del testo si sviluppa nel tempo attraverso previsioni, smentite e riletture. È solo a posteriori, alla luce dell’intero percorso, che un significato può dirsi determinato. Ma anche questa determinazione, come osserva Barbieri, può essere retroattivamente modificata.
Il concetto di termine percettivo, inizialmente impiegato da Meyer nel dominio musicale, viene qui generalizzato. Barbieri lo estende a qualsiasi segmento testuale riconoscibile, anche non sonoro, capace di suscitare aspettative a uno o più livelli formali. Può trattarsi di una parola, di una struttura sintattica, di un motivo narrativo, di un’emissione ritmica. Ciò che conta è la sua capacità di rimandare a una forma più ampia che lo contiene e lo completa.
L’organizzazione dei termini percettivi è descritta come architettonica: esistono termini semplici e altri più complessi, costruiti a partire da quelli elementari. Le aspettative possono essere di breve durata — se riferite a forme che si chiudono rapidamente — o di lungo periodo, quando riguardano strutture che si realizzano solo alla fine del testo. Questi diversi livelli di tensione si intrecciano, e la loro interazione costruisce l’esperienza interpretativa del fruitore.
In conclusione, Barbieri – riprendendo e sviluppando concetti introdotti da Leonard Meyer – propone una teoria del significato come effetto tensivo, risultato della modulazione delle aspettative nel corso della fruizione. L’identità tra significato e tensione, tra previsione e senso, diventa allora uno dei principi fondamentali dell’estetica testuale.
Riferimento bibliografico: Daniele Barbieri, Nel corso del testo. Una teoria della tensione e del ritmo, Milano, Bompiani, 2004.