La riflessione semantica di Patrizia Violi prende le distanze dall’ipotesi di una struttura unitaria e rigida del lessico. Secondo l’autrice, i significati lessicali derivano da strutturazioni diversificate, e non è possibile ricondurli a un’unica logica formale. L’analisi classica a tratti risulta infatti applicabile soltanto a una porzione limitata del vocabolario, come i termini di ambito tecnico-scientifico (ipotenusa, pari, quadrato, ecc.), mentre si rivela inadeguata nel trattare termini come vergogna o paura, che chiamano in causa strutture semantiche profondamente diverse.
Queste differenze dipendono dalle salienze esperienziali, ovvero dai modi in cui esperiamo fenomeni, oggetti, emozioni: esperire un triangolo, un gatto o una passione come la vergogna implica configurazioni percettive e cognitive non omogenee. Violi afferma che è proprio in queste differenze esperienziali che va cercata l’origine delle diversità che emergono nel lessico:
“È a queste differenze nelle varie forme di esperienze che vanno fatte risalire le diversità che emergono nelle manifestazioni di superficie del lessico.”
Tre sono le dimensioni da prendere in considerazione:
- le forme dell’esperienza,
- una tipologia delle proprietà semantiche,
- le modalità discorsive di emersione di queste dimensioni.
La percezione gioca un ruolo centrale nella formazione del senso. Termini legati al colore o all’azione (saltare, correre) richiedono un ancoraggio all’esperienza sensoriale e motoria, e non possono essere compresi solo sul piano proposizionale. Al contrario, le espressioni riferite a stati psicologici o passioni mancano di correlati percepibili, risultando semanticamente più instabili. Violi suggerisce di immaginare un continuum tra i termini che hanno forti correlati percettivi e quelli che rinviano a schemi astratti.
Una seconda dimensione è offerta dalla tipologia dei tratti semantici, a partire dalla distinzione proposta da Greimas tra sèmi figurativi, astratti e timici:
- I sèmi figurativi (esterocettivi) derivano da qualità sensibili del mondo, organizzate secondo gli ordini sensoriali;
- I sèmi astratti (interocettivi) non rinviano a elementi esterni, ma a strutture categoriali e logiche (es. oggetto/processo);
- I sèmi timici (propriocettivi) intervengono in base all’asse euforia/disforia, organizzando il significato in termini assiologici.
Questa tripartizione corrisponde a tre ambiti esperienziali: il rapporto percettivo con il mondo, le operazioni cognitive di classificazione, e la dimensione corporea ed emotiva. Violi rileva che è ancora la percezione a fungere da punto di snodo tra questi livelli.
Tuttavia, la distinzione figurativo/astratto non basta a spiegare la varietà delle proprietà semantiche. Anche all’interno dei sèmi esterocettivi si osservano variabilità e instabilità. Violi propone l’esempio degli aggettivi di colore, che non si applicano in modo uniforme: un cocomero è detto rosso per l’interno, una birra bionda per il liquido, un uomo biondoper i capelli. Questo dimostra che la forma percettiva dell’oggetto condiziona l’attribuzione semantica, e che le proprietà relative alla forma devono far parte della rappresentazione lessicale.
Un’ulteriore dimensione riguarda l’assiologia del significato. Violi recupera le intuizioni di Hjelmslev sugli apprezzamenti collettivi, ovvero sulle valutazioni sociali che definiscono la sostanza del contenuto. A ciò si aggiunge l’elaborazione greimasiana del timismo, che riconduce la dimensione assiologica a un investimento pulsionale con radici corporee. Violi riformula questa idea affermando:
“Alla base stessa del senso, nel suo livello più profondo, prima forse di ogni convenzione e codice, troviamo un’intenzionalità pulsionale fatta di emozioni e sensazioni che affondano le loro radici nella nostra organizzazione corporea, percettiva, psichica e nelle valenze che, forse già iscritte nel mondo naturale, colorano il nostro mondo di valori, di affetti, di attrazioni e repulsioni.”
Il significato, dunque, non è una struttura fissa e astratta, ma nasce da un intreccio di percezioni, esperienze e valutazioni, che coinvolgono il corpo, la cultura e il mondo vissuto.
Riferimento bibliografico: Stefano Trani, Le due vie della semiotica: teorie strutturali e interpretative (con riferimento a Patrizia Violi, Significato ed esperienza)