In Elementi di semiologia (1964), Roland Barthes sviluppa una riflessione sistematica sul funzionamento dei sistemi di significazione, ponendo particolare attenzione a due concetti fondamentali: la connotazione e il metalinguaggio. Questi due meccanismi, formalizzati anche dalla glossematica di Hjelmslev, permettono di comprendere come un segno possa generare senso su più livelli.
Denotazione e connotazione: sistemi semiologici sovrapposti
Barthes parte dalla struttura base della significazione: ogni segno è definito dall’unione tra un piano dell’espressione(E) e un piano del contenuto (C), in una relazione (R) che li lega: E R C.
Questa relazione può diventare la base per un secondo sistema semiologico, che prende l’intero primo segno come suo significante. In questo caso, si ha:
(E R C) R C
Questa è la semiotica connotativa: la connotazione è un senso aggiunto, costruito a partire da una denotazione. Barthes fa notare che una fotografia, un vestito, un alimento possono significare qualcosa a livello primario (denotativo), ma anche produrre significati ideologici e culturali a un secondo livello (connotativo).
Ad esempio, un vestito può denotare una funzione d’uso (coprire il corpo), ma connotare uno stile (eleganza, modernità, appartenenza a una classe). Analogamente, un’opera letteraria può connotare il significato “Letteratura”, e i messaggi francesi possono connotare “Francese”.
Le connotazioni come frammenti di ideologia
Barthes definisce le connotazioni come frammenti di ideologia. Esse derivano dalla cultura, dalla storia e dal sapere, e per questo motivo richiedono una linguistica della connotazione, capace di indagare i sensi secondi prodotti socialmente.
Scrive Barthes: “la società sviluppa continuamente, a partire dal sistema primario che il linguaggio umano le fornisce, dei sistemi secondi di senso”. Questa elaborazione, continua e pervasiva, è molto vicina a ciò che Barthes definisce “una autentica antropologia storica”.
Il metalinguaggio: un sistema che parla di un altro sistema
Accanto alla connotazione, Barthes introduce anche la nozione di metalinguaggio. In questo caso, l’intero primo sistema non diventa significante, ma contenuto di un secondo sistema:
E R (E R C)
Il metalinguaggio è dunque una semiotica che tratta di un’altra semiotica. La semiologia stessa, in quanto scienza che parla dei linguaggi, è un metalinguaggio: analizza un linguaggio-oggetto (la moda, la pubblicità, il giornalismo, ecc.) prendendolo come piano del contenuto.
Verso una semiologia stratificata e storica
L’elaborazione barthesiana mette in luce una struttura a più livelli della significazione culturale. Il senso non è mai dato una volta per tutte, ma si costruisce per sovrapposizioni e rielaborazioni. La semiologia diventa così una disciplina capace di studiare i meccanismi della cultura, mostrando come ogni messaggio possa essere letto su più piani.
Come nota Traini, “questa elaborazione, talora palese, talora dissimulata, razionalizzata, è molto vicina a una autentica antropologia storica”. Barthes pone così le basi per una teoria del senso come processo dinamico, storico e ideologico, fondato sulla stratificazione dei codici.
Riferimento Bibliografico:
Stefano Traini. Le due vie della semiotica: Teorie strutturali e interpretative (Strumenti Bompiani)