François Rastier propone di chiamare tratti virtuali (nella langue) quelle componenti semantiche che non sono distintive. Egli riconosce che Bloomfield aveva già, sia pure incidentalmente, assimilato il carattere non distintivo di un tratto al suo carattere connotativo. Pottier, invece, formalizza questa connessione e introduce il concetto di virtuema: «è virtuale qualsiasi elemento che è latente nella memoria associativa del soggetto parlante, e di cui l’attualizzazione è legata ai fattori variabili delle circostanze di comunicazione».
Il virtuema, per Pottier, rappresenta dunque «la parte connotativa del semema». Tuttavia, Rastier osserva che sotto la nozione di connotazione si raggruppano fenomeni molto diversi tra loro. Se si accetta, anche solo provvisoriamente, che solo le componenti distintive e costantemente attualizzate meritino il nome di sema, allora bisogna riconoscere che alcuni tratti detti connotativi sono in realtà semi in piena regola.
Un esempio è dato dal tratto volgarità nei termini “bagnarola” e “sbirro”: esso è attualizzato in qualsiasi contesto e assume un valore distintivo. Rastier nota che in una pubblicità francese della Volvo, lo slogan «Imparate a riconoscere un’automobile da una bagnarola» funziona proprio grazie a quel tratto distintivo. In tal senso, il tratto volgarità non può essere considerato virtuale, ma un sema generico di grande generalità.
D’altro canto, esistono tratti connotativi che sono senza dubbio componenti virtuali. Anche se non vengono riconosciuti come semi per mancanza di pertinenza distintiva, questi tratti possono essere attualizzati in contesto. È inoltre possibile che in certi contesti venga meno l’attualizzazione di uno dei semi virtuali ordinariamente associati a un semema.
Rastier propone esempi concreti: il semema “matrimonio” comporta di norma i tratti civile e/o religioso; il semema “posto”, nel contesto dei trasporti pubblici, implica i tratti a sedere o in piedi, escludendo ad esempio coricati. Nulla, tuttavia, permette di escludere che tali tratti abbiano valore distintivo in certi contesti.
In un’altra illustrazione, Rastier richiama il verso poetico «Bergère ô Tour Eiffel! le troupeau des ponts bêle ce matin», dove il termine bergère realizza il tratto verticalità, che lo oppone a ponts e troupeau, caratterizzati da orizzontalità.
Questo mostra che anche un tratto virtuale, apparentemente non distintivo, può assumere un valore oppositivo e contribuire alla costruzione del senso. L’attualizzazione dipende quindi dal contesto e dalle inferenze attivate nel processo interpretativo.
Riferimento bibliografico: F. Rastier, Semantique interprétative, PUF, Paris 1987, tr. it. di B. Tofoni