Alessandro Zinna affronta la questione centrale del rapporto tra opera e corpus nell’analisi dell’opera di Louis Hjelmslev. Egli osserva che gli storiografi e i filologi sono soliti suddividere la produzione di un autore in periodi cronologici per evidenziarne le trasformazioni concettuali e lessicali. Per Hjelmslev, Zinna propone una tripartizione: preglossematico (1928-1935), glossematico (1936-1939) e post-glossematico (1940-1965). Il semiologo nota come la costruzione della glossematica sia stata accompagnata…
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Louis Hjelmslev: il ruolo nella tradizione strutturalista e nella semiotica
Alessandro Zinna osserva come Louis Hjelmslev sia riconosciuto, accanto a Ferdinand de Saussure e Roman Jakobson, come uno dei padri nobili dello strutturalismo europeo. L’autore nota che i lavori di Hjelmslev hanno costituito a lungo una risorsa preziosa per gli studi sul linguaggio e per le teorie del senso. Zinna sottolinea che linguisti e semiologi…
Testo aperto o testo chiuso? La vera posta in gioco nell’interpretazione
Un altro nodo cruciale nel confronto tra Greimas ed Eco riguarda il tema dell’apertura o chiusura interpretativa del testo. Violi sottolinea come questa contrapposizione sia spesso letta in modo stereotipato: Eco sarebbe fautore dell’apertura interpretativa, mentre Greimas difenderebbe la chiusura e la rigorosa definizione dei confini testuali. Ma, avverte Violi, anche questa dicotomia è da sfatare. Nella…
Testualità e anti-essenzialismo: due metodi per una stessa esigenza
Nel loro comune orientamento strutturalista, Greimas ed Eco condividono un importante presupposto epistemologico: il rifiuto dell’essenzialismo. Se il senso si costruisce nella relazione e non in base a proprietà intrinseche dei termini, allora non può esistere alcuna “essenza” che garantisca la significazione. Secondo Patrizia Violi, questo anti-essenzialismo emerge con chiarezza già ne La struttura assente di Eco, dove…
Relazioni e differenze: il senso come costruzione relazionale
Patrizia Violi, nel suo confronto tra Greimas ed Eco, smonta con decisione l’opposizione semplicistica tra semiotica strutturalista e interpretativa. Scrive: “Va ribadito subito con fermezza che le cose non stanno affatto così”. Tutta la tradizione semiotica – spiega – affonda le proprie radici in una matrice strutturale, che attraversa linguistica, filosofia e antropologia. Il cuore dello…
Oltre l’opposizione: Greimas ed Eco tra strutturalismo e interpretazione
Nel centenario della nascita di Algirdas Greimas (2017) e a poco più di un anno dalla scomparsa di Umberto Eco (2016), Patrizia Violi propone una riflessione che va oltre la semplice commemorazione: “ripensare al lavoro di quelle che indubbiamente sono state le due più importanti figure della semiotica contemporanea”. Dopo la generazione dei padri fondatori,…
La struttura del semema e il ruolo dell’interpretante
François Rastier presenta una sintesi teorica che permette di articolare compiutamente la struttura del semema nella semantica interpretativa. Egli propone una tipologia delle componenti semantiche distinguendo tra componenti linguistiche (inerenti e afferenti, generiche e specifiche) e componenti metalinguistiche (noemi primitivi). La struttura del semema è rappresentata graficamente come segue: Rastier offre un esempio tratto dal titolo del Canard Enchaîné del 30 novembre 1983: Il…
Rastier e la testualizzazione del senso
Nel tracciare l’evoluzione della disciplina semiotica, Anna Maria Lorusso riconosce in François Rastier un autore decisivo per l’ampliamento dell’analisi semantica in direzione dei processi di significazione e testualizzazione. Rastier, formatosi sulla scia del modello strutturalista, ne condivide l’impianto, ma ne riformula profondamente le prospettive operative, introducendo una distinzione teorica tra semi inerenti e semi afferenti. L’autrice spiega che, per…
Unità combinatorie e atti produttivi: verso una tipologia operativa
Umberto Eco si sofferma sul significato e sull’impiego della tipologia dei modi di produzione segnica. È importante sottolineare un punto essenziale: la tipologia proposta non classifica tipi di segni, ma esclusivamente tipi di attività produttiva. Si tratta, dunque, di un modello che rappresenta procedimenti fisici e operativi, i quali, per reciproca interazione, possono generare diverse funzioni segniche. Tali funzioni possono…
Oggetti, segni e funtivi: oltre la semplificazione classificatoria
Umberto Eco, nella sua trattazione dei modi di produzione segnica, chiarisce che gli oggetti presentati secondo il parametro rapporto tipo-occorrenza non sono “segni”. Piuttosto, rappresentano «abbreviazioni comode» che potrebbero essere esplicitate come azioni o procedimenti: ad esempio, al posto di /impronte/ si dovrebbe dire /produrre impronte/; al posto di /vettori/, /imporre un movimento vettoriale/. Al massimo, osserva Eco, si può dire che impronte o esempi sono…