Roberto Pellerey propone una tipologia delle teorie dell’interpretazione, distinguendole in base al peso attribuito ai tre elementi fondamentali coinvolti in ogni atto interpretativo: Autore (o Emittente), Opera (o Testo), Lettore (o Destinatario). «Vi è infatti chi ha ritenuto che interpretare il senso di un testo significhi innanzi tutto capire l’autore». Secondo questa prima tendenza, comprendere un’opera…
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Jakobson e le tre forme della traduzione: oltre il linguaggio verbale
Nel suo celebre saggio del 1959, Roman Jakobson individua tre forme fondamentali di traduzione: la traduzione intra-linguistica (o riformulazione), la traduzione inter-linguistica (quella comunemente intesa come passaggio da una lingua a un’altra) e infine la traduzione inter-semiotica (o trasposizione), in cui un contenuto espresso con un sistema linguistico viene trasferito in un sistema non linguistico,…
Misticismo e ideologia semiotica: un confronto critico con Max Weber
Max Weber, nel tentativo di individuare idealtipi religiosi funzionali alla propria interpretazione dello sviluppo capitalistico, elabora una contrapposizione tra ascesi e misticismo. Il primo viene associato all’attività, il secondo alla passività, secondo uno schema che egli stesso articola così: Ascesi / Misticismo = Attivo / Passivo. Da questo punto di vista, il mistico appare a…
Semiotica della cultura e attualità del Trattato
Anna Maria Lorusso propone una rilettura del Trattato di semiotica generale come testo che prefigura — e in parte già realizza — un orientamento verso una semiotica della cultura. L’idea che Eco abbia dato vita a una semiotica strutturale, opposta a una semiotica interpretativa, appare infatti riduttiva. Già nel Trattato, sostiene Lorusso, è possibile rintracciare una teoria…
Effetti di verità e figuratività discorsiva
Il passaggio dall’effetto di realtà all’effetto di verità implica un cambiamento significativo nell’orizzonte teorico: non si tratta più soltanto di sembrare reale, ma di apparire vero. Isabella Pezzini mostra come l’effetto di verità non si limiti a una corrispondenza tra enunciati e stati del mondo, ma coinvolga una dimensione più sottile: quella della rivelazione, della perspicuità, dell’esperienza…
Focalizzazione e narrazione: chi vede, chi parla
Nel racconto non c’è solo una voce che narra, ma anche uno sguardo che osserva. La distinzione tra voce narrante e focalizzazione permette di analizzare con precisione chi parla e chi vede all’interno del testo. Valentina Pisanty riprende le nozioni di Gérard Genette per chiarire questa articolazione fondamentale nella teoria della narratologia. Focalizzazione: i punti di vista del racconto La focalizzazione indica il punto…
Le origini dell’ermeneutica tra filologia, esegesi e allegoria
Secondo Roberto Pellerey, le teorie del segno e del linguaggio si erano occupate di definire l’interpretazione come attività capace di attribuire significati ai segni. Tuttavia, nel momento in cui il problema si sposta dal piano filosofico a quello metodologico — quello della pratica effettiva della lettura dei testi — si entra nel dominio specifico dell’ermeneutica. Questa pratica…
La semiotica come pratica: un’eredità attiva del Trattato di Semiotica Generale di Umberto Eco
Pierluigi Basso propone una riflessione sull’eredità del Trattato di semiotica generale che parte da un’esperienza generazionale: per molti studiosi della sua generazione, il Trattato è stato il primo libro di semiotica, un manuale fondamentale di formazione. Ma oggi — osserva — quella stessa eredità assume un significato diverso, non tanto per i contenuti del testo in sé, quanto per…
Oggetti, non cose: Foucault, Deleuze e la teoria della forma
Paolo Fabbri propone una distinzione cruciale: quella tra oggetto e cosa. L’oggetto non è un dato grezzo dell’esperienza, né una realtà che precede la parola; al contrario, è il prodotto di un incontro tra una forma del contenuto e una forma dell’espressione. In questa prospettiva, non vi è oggetto senza semiotizzazione. Fabbri afferma con decisione:…
Rappresentazioni di genere ed enunciazione televisiva: il ruolo dell’esperto
Tra la metà degli anni Novanta e i primi anni Duemila, la RAI promuove una serie di ricerche sulle sue trasmissioni, coinvolgendo l’Istituto di Comunicazione del IULM per uno studio specifico sulla rappresentazione della donna nei programmi televisivi. I risultati di questo progetto confluiscono nella pubblicazione Una, nessuna … a quando centomila? La rappresentazione della donna…









