Umberto Eco presenta una classificazione dei modi di produzione e interpretazione segnica fondata su quattro parametri. Tale classificazione, illustrata in una figura (tavola) del Trattato, tiene conto esclusivamente del modo in cui le espressioni sono fisicamente prodotte, senza descrivere direttamente il modo in cui sono correlate al contenuto. Tuttavia, osserva Eco, il modo di correlazione è implicato da due decisioni che vengono prese prima o dopo la produzione dell’espressione.
I parametri sono i seguenti:
- Il lavoro fisico necessario a produrre l’espressione, che va «dal semplice riconoscimento di oggetti o eventi preesistenti alla invenzione di espressioni inedite e non codificate».
- Il rapporto tipo-occorrenza, distinguibile in ratio facilis e ratio difficilis.
- Il continuum da formare, che può essere:
- omomaterico, «quando l’espressione è formata nella stessa materia del possibile referente»;
- eteromaterico, in tutti gli altri casi, «in cui, se non è motivato da un legame causale col referente possibile, il continuum può venir scelto arbitrariamente».
- Il modo e la complessità dell’articolazione, che varia «da sistemi che prescrivono precise unità combinatorie (codificate e ipercodificate) a sistemi che presentano testi inanalizzati».
Eco precisa che la tavola descrive la modalità fisica della produzione. Per esempio, nel caso del riconoscimento di sintomi, vi è «una motivazione prestabilita, dovuta a esperienza precedente che ha dimostrato l’esistenza di un rapporto fisico tra un agente e un risultato». Tuttavia, per convenzione, «è stato deciso che il risultato doveva essere correlato alla nozione di quell’agente in ogni circostanza, anche se non si ha la sicurezza della presenza dell’agente».
Nel caso delle parole, che Eco colloca tra le unità combinatorie, la correlazione avviene «dopo la produzione dell’unità fisica» ed è «indipendente dalla sua organizzazione», anche nel caso si ipotizzi «una origine “iconica” del linguaggio verbale».
Per queste ragioni, conclude Eco, «due oggetti non omogenei come un sintomo e una parola vengono posti nella stessa casella orizzontale», in base alla ratio facilis, «indipendentemente dalle ragioni per cui questi oggetti sono stati scelti come espressione di un dato contenuto». Entrambi «potrebbero essere costruiti da una macchina che “conosca” solo espressioni», mentre «una seconda macchina potrebbe assegnare a queste espressioni un contenuto». In questo senso, «le due espressioni sono diversamente motivate, ma funzionano nello stesso modo quando vengono inserite come funtivi di una correlazione convenzionalizzata».
Riferimento bibliografico:
U. Eco, Trattato di semiotica generale, Bompiani, Milano 1975.