Lo studio dei rapporti tra fenomenologia e semiotica viene descritto da Antonino Bondì e Francesco La Mantia come un ambito attraversato da una nuova energia teorica. Gli autori rilevano che le ricerche degli ultimi anni segnalano un rinnovato interesse per questo dialogo, e ricordano come contributi di diversa provenienza — da Cadiot e Visetti fino ai lavori di Rosenthal, Piotrowski e Fontanille — abbiano progressivamente messo in luce una continuità metodologica tra le due prospettive.
Secondo Bondì e La Mantia, questa continuità si radica in una “osmosi costante” tra approcci fenomenologici e strumenti d’analisi propri della semiotica. La fenomenologia ha offerto infatti risorse decisive anche sul piano strettamente semiotico: un esempio fondamentale è rappresentato dalla ripresa, da parte della teoria greimasiana, dell’idea di formazione del senso come processo di apprensione percettiva, resa possibile attraverso il recupero dell’elaborazione merleau-pontiana della percezione.
Parallelamente, la fenomenologia si confronta con l’attività del linguaggio, in particolare con la prise de la parole, mettendo in primo piano un soggetto concepito come essere-nel-mondo e insieme come essere-nel-linguaggio. Questa attenzione al gesto linguistico, inteso come figura espressiva incarnata, consente alla fenomenologia di entrare nel territorio stesso della significazione, tema centrale per le analisi semiotiche.
La vicinanza tra i due campi, tuttavia, non si esaurisce nella convergenza tematica. Bondì e La Mantia insistono sul carattere propriamente metodologico sia della fenomenologia sia della semiotica, considerate non come discipline chiuse ma come modi di descrivere i processi di costituzione del senso. La fenomenologia, attraverso l’epoché, tenta di restituire il nesso tra sensibile e intelligibile, soggettività e intersoggettività. La semiotica, dal canto suo, elabora strumenti applicabili a domini diversi — identità sociali, pratiche culturali, dinamiche testuali — tenendo sempre conto delle condizioni di emergenza del significato.
In questa prospettiva, la rinnovata vitalità del confronto non appare come un fenomeno contingente, ma come il risultato di una lunga storia di scambi che continua a generare nuove possibilità di ricerca. L’interazione tra fenomenologia e semiotica si configura così come una via privilegiata per pensare l’articolazione del senso nelle sue molteplici forme, dalla percezione al linguaggio, dalle pratiche culturali alle costruzioni simboliche.
Riferimento bibliografico: Phenomenology and semiotics: crossing perspectives, Antonino Bondì e Francesco La Mantia, in «Metodo. International Studies in Phenomenology and Philosophy», Vol. 3, n. 1 (2015).
