Lotman invita a pensare lo sviluppo culturale non solo come successione di fasi, ma anche come convivenza sincronica di ritmi diversi: in uno stesso sistema semiotico possono coesistere strati soggetti a scosse improvvise e strati che mutano per gradi. Esempi semplici lo mostrano bene — la moda può rivoluzionarsi in un anno, la struttura fonologica evolve così lentamente da risultare quasi immobile — ma lo stesso vale a livello interno a una singola sfera, dove forze conservative (tradizione, norme morali, vincoli storici) si scontrano con spinte alla novità e all’eccesso.
Queste due polarità — esplosività e gradualità — non sono antagoniste assolute: le prime introducono innovazione, le seconde garantiscono continuità; l’una alimenta e limita l’altra, e insieme formano il meccanismo che mantiene viva e riconoscibile una cultura. Le trasformazioni possono avere cause interne, immanenti, oppure scatenarsi per collisioni con elementi provenienti da altri sistemi culturali: lo spazio culturale è infatti popolato di strutture dinamiche e di residui di strutture distrutte, e queste collisioni producono esiti diversi.
Due modelli sono possibili quando avviene un’«intrusione»: talvolta uno dei sistemi prevale e sopprime l’altro (modello binario); più spesso la collisione dà origine a una terza formazione, nuova e mediata (modello ternario). Il caso della francesizzazione nell’aristocrazia russa mostra come l’intrusione possa trasformare parzialmente l’ordinamento precedente, creando una lingua mista con funzioni autonome. I modelli ternari tendono a preservare e rielaborare valori preesistenti; i modelli binari mirano invece alla sostituzione totale.
Guardando ai testi come nodi di una rete articolata, Lotman vede la cultura come un insieme testuale complesso la cui dinamica è alimentata dall’introduzione di elementi estranei. Il «caos» esterno non è privo di forma: esso è ordinato secondo lingue che alla cultura data sono ignote; quando i testi di quelle lingue vengono importati nello spazio culturale d’origine, si apre la possibilità dell’esplosione — un vero e proprio scontro di lingue, dell’assimilante con l’assimilato — che produce novità imprevedibili ma sempre inscritte in un campo di possibilità determinato.