Che cos’è la semiotica (4)
La semiotica, così come intesa da Per Aage Brandt, è una modalità di pratica delle scienze umane. Essa costituisce un insieme concettuale e referenziale che, fin dall’inizio del XX secolo, attraversa e struttura le discipline letterarie, linguistiche, antropologiche, filosofiche ed estetiche. Nonostante le loro differenze, tali discipline vengono considerate come parti di un insieme dotato di una certa coerenza, sia metodologica che ontologica.
Sul piano ontologico, il compito della semiotica è studiare il senso e le sue manifestazioni nella comunicazione, ossia attraverso i molteplici registri di segni presenti nelle culture. La realtà del senso è connessa alla realtà dello spirito umano, al linguaggio e agli altri mezzi di comunicazione che collegano gli spiriti tra loro. È proprio questa connessione a permettere che gli esseri umani condividano idee ed emozioni, interpretazioni della vita e progetti di azione nella vita.
In questa prospettiva, l’ontologia del senso coincide con quella del mondo della vita (Lebenswelt, life world), concetto elaborato dalla fenomenologia per distinguere l’esperienza vissuta dal mondo puramente fisico. Il senso, infatti, è definito come “un fenomeno vissuto e intersoggettivo, un contenuto mentale potenzialmente o realmente condiviso”.
Sul piano metodologico, la semiotica assume come oggetto di studio un’unità composta da forme significanti e dai contenuti che esse significano. Questa unità è posta sullo sfondo della disposizione semantica generale dello spirito (mind) e delle condizioni specifiche imposte da un sapere e da un contesto condivisi.
Al centro dell’attività analitica della semiotica vi è dunque la modellizzazione di queste unità, che sono insieme significanti e semantiche.
Riferimento bibliografico: Per Aage Brandt, Qu’est-ce que la sémiotique ? Une introduction à l’usage des non-initiés courageux, Case Western Reserve University, pubblicato in Actes Sémiotiques, Université de Limoges
