Alessandro Zinna si sofferma sullo strano destino editoriale del saggio di Hjelmslev Structure générale des corrélations linguistiques (1933), e ne trae lo spunto per tornare sul tema cruciale della definizione di semiotica. Quel testo — sottolinea — non fu pubblicato nel 1933 a causa delle sue posizioni fortemente anti-jakobsoniane, e nemmeno quando nel 1942 Hjelmslev ne redasse una nota introduttiva per la pubblicazione. Zinna suggerisce che, forse per delicatezza nei confronti di Brøndal, che ne osteggiava la pubblicazione e che morì proprio quell’anno, il testo fu rinviato ancora una volta. Non apparve nemmeno nella raccolta Essais linguistiques I, curata da Hjelmslev stesso, ma solo postumo, nel 1973, negli Essais linguistiques II.
Zinna osserva che, fatta eccezione per La catégorie des cas del 1935, «gli articoli e i saggi in cui Hjelmslev sviluppa le opposizioni partecipative ci sono giunti quasi contro la sua volontà». Tuttavia, proprio in quei testi, l’autore danese si oppone esplicitamente al modello gerarchico, affermando: «l’idea di una gerarchia, di una stratificazione o di una progressione a senso unico non è sostenibile. L’immagine di una rete sarebbe più conforme ai fatti» (Hjelmslev 1973: 79). E ancora: «secondo l’analisi per dimensioni le sotto-categorie formano una rete; secondo l’analisi per suddivisione le sotto-categorie formano una gerarchia» (ibid., p. 82).
A partire da queste considerazioni, Zinna propone una definizione alternativa di semiotica che tenga insieme le due prospettive. La sua proposta si ispira esplicitamente a La catégorie des cas, dove Hjelmslev riunisce le leggi del sistema logico (opposizioni esclusive e qualitative) e quelle del sistema prelogico (opposizioni partecipative), per dar vita a un sistema sub-logico.
Secondo Zinna, «la definizione di semiotica, quella che punta a descrivere i nuovi oggetti di ricerca come la logica del vivente, dovrebbe trovare posto nel sistema sub-logico». Questo sistema integra sia le opposizioni gerarchiche (privative e qualitative), sia quelle partecipative, ed è perciò in grado di includere anche i sistemi di pensiero che non si fondano sul principio di non contraddizione, come accade in molte culture o in stati prelinguistici del vivente.
In conclusione, Zinna afferma: «la migliore definizione di semiotica è forse quella che, come il sistema sub-logico, afferma la natura doppia del linguaggio: al tempo stesso, logica e prelogica, secondo le dipendenze a gerarchia e a rete, secondo la discontinuità dei limiti e la gradualità delle soglie».
Riferimento bibliografico:
Zinna, Alessandro, « La semiotica: da Hjelmslev all’École de Paris », in Zinna, A. et Cigana, L. (éds), Louis Hjelmslev (1899-1965). Le forme del linguaggio e del pensiero, Toulouse, Éditions CAMS/O, Collection Actes, p. 81-100.