Umberto Eco sottolinea come Roman Jakobson sia sempre stato attento a distinguere con precisione le diverse modalità del segno, opponendosi a ogni tentativo di ridurre la varietà semiotica a un modello unico. In particolare, la rivalutazione della tripartizione peirciana tra icona, indice e simbolo rappresenta uno dei contributi più rilevanti del suo pensiero. Jakobson definisce l’indice come…
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Umberto Eco, Codice e messaggio: due nozioni fondamentali
Umberto Eco riconosce a Roman Jakobson un ruolo centrale nell’aver contribuito a chiarire e diffondere le nozioni di codice e messaggio, estendendole dall’ambito della teoria dell’informazione a tutta la semiotica. L’adozione di queste categorie ha permesso di unificare l’analisi dei sistemi linguistici e non linguistici, offrendo un quadro metodologico coerente per descrivere la produzione e la trasmissione di…
Umberto Eco su Jakobson. Trasferimenti metodologici e costruzione dei modelli semiotici
Nel delineare il contributo di Roman Jakobson alla fondazione della semiotica, Umberto Eco individua una delle sue principali forze nella capacità di operare trasferimenti interdisciplinari. La semiotica, come emerge dalle ricerche jakobsoniane, non nasce da un sistema concettuale chiuso, ma si costituisce attraverso l’innesto continuo di modelli, strumenti e metodi provenienti da altre scienze. Jakobson ha…
L’universo segnico oltre il linguaggio verbale
Jakobson ha sempre rifiutato ogni riduzionismo che confinasse la significazione al solo linguaggio verbale. È questo, secondo Umberto Eco, uno dei tratti distintivi più potenti e innovativi del suo pensiero. L’intero universo culturale, afferma Jakobson, è attraversato dai segni. E la semiotica, proprio per questo, non può che estendersi a tutti i sistemi comunicativi, verbali…
Una tipologia semiotica della traduzione
Superando i limiti teorici della tripartizione jakobsoniana, Gianfranco Marrone propone una nuova tipologia della traduzione, fondata su basi pienamente semiotiche ed epistemologicamente consapevoli. Non si tratta solo di aggiungere sottocategorie, ma di riformulare il quadro complessivo alla luce del passaggio dal segno al discorso. La nuova classificazione si articola in tre grandi blocchi: A) Traduzione…
Umberto Eco, Il ruolo di Jakobson nella nascita della semiotica
Secondo Umberto Eco, la svolta che ha portato la semiotica a diventare una disciplina riconosciuta non può essere spiegata solo in termini storici o antropologici. È vero che la pressione esercitata dai mass media ha trasformato la comunicazione in un problema centrale per la nostra civiltà, suscitando l’interesse di molte discipline per le leggi generali…
Umberto Eco, La lunga esclusione della semiotica dal sapere scientifico
Nel suo saggio del 1976 (Il pensiero semiotico di Jakobson), Umberto Eco ripercorre la storia delle riflessioni sui segni mettendo in luce come la semiotica, pur avendo radici antichissime, abbia subito un lungo e ostinato ostracismo da parte della cultura scientifica. La nascita di una scienza che studiasse la produzione, lo scambio e l’interpretazione dei…
Dal segno al discorso: verso una semiotica della traduzione
L’impostazione proposta da Jakobson, pur rappresentando un’apertura fondamentale verso la semiotica, rimane saldamente ancorata a una prospettiva linguistica. Nei tre tipi di traduzione da lui individuati — intra-linguistica, inter-linguistica e inter-semiotica — è sempre la lingua verbale a costituire il punto di partenza e il garante della traducibilità: ognuna delle tre traduzioni è traduzione di…
Jakobson e le tre forme della traduzione: oltre il linguaggio verbale
Nel suo celebre saggio del 1959, Roman Jakobson individua tre forme fondamentali di traduzione: la traduzione intra-linguistica (o riformulazione), la traduzione inter-linguistica (quella comunemente intesa come passaggio da una lingua a un’altra) e infine la traduzione inter-semiotica (o trasposizione), in cui un contenuto espresso con un sistema linguistico viene trasferito in un sistema non linguistico,…
Oggetti, non cose: Foucault, Deleuze e la teoria della forma
Paolo Fabbri propone una distinzione cruciale: quella tra oggetto e cosa. L’oggetto non è un dato grezzo dell’esperienza, né una realtà che precede la parola; al contrario, è il prodotto di un incontro tra una forma del contenuto e una forma dell’espressione. In questa prospettiva, non vi è oggetto senza semiotizzazione. Fabbri afferma con decisione:…