Paolo Fabbri propone una ricostruzione della semiotica come disciplina a partire dagli anni Sessanta, indicandone due caratteristiche fondamentali, associate emblematicamente a Roland Barthes e a Umberto Eco. La prima, che Fabbri presenta attraverso il nome di Barthes, è una semiologia che ancora non si configura pienamente come semiotica, ma che opera come critica delle connotazioni…
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Paolo fabbri. I quattro livelli della semiotica e gli anelli mancanti della teoria
Paolo Fabbri propone una distinzione tra quattro diversi livelli che attraversano il lavoro semiotico, sottolineando come tra questi vi siano spesso passaggi non esplicitati, “anelli mancanti” che ostacolano la coerenza del discorso scientifico. Dire che ci sono anelli mancanti, spiega, significa riconoscere che vi sono dei passaggi da fare e che non sono stati ancora…
Linguaggio stratificato: analogico e digitale oltre i due emisferi
Paolo Fabbri affronta la questione della distinzione tra analogico e digitale, centrale nella teoria dell’informazione e nella riflessione linguistica del secondo Novecento. Questa dicotomia — che associa l’analogico alla continuità e il digitale alla discrezione — ha influenzato a lungo il modo in cui si concepisce il funzionamento dei linguaggi, anche in semiotica. Ma per…
Oggetti, non cose: Foucault, Deleuze e la teoria della forma
Paolo Fabbri propone una distinzione cruciale: quella tra oggetto e cosa. L’oggetto non è un dato grezzo dell’esperienza, né una realtà che precede la parola; al contrario, è il prodotto di un incontro tra una forma del contenuto e una forma dell’espressione. In questa prospettiva, non vi è oggetto senza semiotizzazione. Fabbri afferma con decisione:…
Dispatching, sorting e semiotica logistica: una sfida teorico-operativa
Tra le intuizioni più originali contenute nel saggio di Paolo Fabbri del 1973*, Federico Montanari individua quella che Fabbri chiama “dispatching concettuale”. Il termine, derivato dalla cibernetica e dalle teorie dell’informazione, indica un’operazione di distribuzione, smistamento e connessione: un concetto che, a distanza di decenni, appare non solo attuale ma quasi profetico. Per Fabbri, la semiotica…
La semiotica come scienza della realtà
Gianfranco Marrone riflette sul debito che il pensiero di Bruno Latour intrattiene con la semiotica. Latour ha lavorato a stretto contatto con studiosi come Paolo Fabbri e Françoise Bastide, applicando modelli semiotici consolidati — in particolare quelli dell’enunciazione e della narratività — alla sociologia della scienza e all’etnografia della tecnica. Non si tratta soltanto di…
La svolta glossematica: segmentare il senso, articolare il significato
Nel quadro della svolta semiotica, Paolo Fabbri individua nella glossematica di Louis Hjelmslev una risorsa teorica decisiva per ripensare radicalmente il concetto di segno. Se la tradizione semiologica si era fondata su una concezione dualistica e arbitraria del segno saussuriano — rapporto tra significante e significato —, la glossematica introduce un’architettura completamente diversa. Per Hjelmslev,…
Una teoria articolata: i quattro livelli della ricerca semiotica
Per affrontare in modo rigoroso il rapporto tra semiotica ed ecologia, Gianfranco Marrone propone di partire da un nodo teorico fondamentale: l’articolazione della ricerca semiotica su quattro livelli distinti ma interrelati. Il modello di riferimento è quello delineato da Algirdas Julien Greimas nella Sémantique structurale e successivamente sviluppato da Paolo Fabbri, in particolare ne Le tournant sémiotique (La svolta semiotica)….
I limiti del concetto di segno: una critica epistemologica
Paolo Fabbri mette in discussione uno degli assunti più radicati della semiotica tradizionale: l’idea che il segno sia un’unità omogenea e analizzabile in sé. Il concetto stesso di segno, osserva, rischia di trasformarsi in un ostacolo epistemologico. Secondo Fabbri, la nozione corrente di segno si fonda su una concezione lessicale del significato. Quando si parla…
Critica della content analysis: la sfida semiotica alla sociologia dei media
Nel suo saggio del 1973 (Le comunicazioni di massa in Italia: sguardo semiotico e malocchio della sociologia), Paolo Fabbri solleva una critica decisa verso i modelli di comunicazione dominanti nella sociologia dell’epoca, in particolare verso la content analysis, che egli definisce riduttiva e inadeguata a cogliere la complessità del testo. Come ricorda Federico Montanari, la posizione…