Durante la crisi pandemica, un graffito apparso sui muri di una città spagnola recitava: «No queremos volver a la normalidad porque la normalidad era el problema» (“Non vogliamo tornare alla normalità perché la normalità era il problema”). In quel momento, elementi come la giornata lavorativa di otto ore, la mobilità globale, l’educazione universale, il consumismo e la…
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Crisi e metamorfosi dell’ideologia
Nel corso del Novecento, osserva Ugo Volli, il concetto di ideologia ha subito un processo di generalizzazione e neutralizzazione semantica, che ne ha progressivamente modificato il senso. A testimoniarlo non sono soltanto le analisi teoriche, ma anche le definizioni offerte dai principali dizionari: Treccani, Sabatini-Coletti, De Mauro. In essi compaiono due nuclei principali di significato….
Ideologia e semiotica: da Barthes a Eco
Nella seconda metà del Novecento, la riflessione semiotica sull’ideologia si articola lungo due linee principali: da un lato, l’approccio di Roland Barthes, legato alla teoria della connotazione e del mito; dall’altro, l’impostazione di Umberto Eco, più sistematica e ancorata a un progetto teorico generale. Barthes, come ricorda Ugo Volli, collega strettamente mito, ideologia e connotazione. In Eléments de sémiologie,…
Umberto Eco. Semiologia, ideologia e critica della cultura
Alla domanda sul ruolo della semiotica nel panorama contemporaneo, Umberto Eco distingue due direzioni fondamentali: da un lato, la critica dell’ideologia; dall’altro, l’organizzazione della conoscenza. La prima, ricorda Eco, era particolarmente sentita negli anni Sessanta, nel clima culturale che precedette il Sessantotto. In quel contesto, «il problema dell’ideologia era fondamentale», spesso affrontato attraverso una lettura paramarxista della…
Ugo Volli. La semiosi dell’ideologia: segni, interpretanti, deriva
Affrontando il concetto di “ideologia” da una prospettiva semiotica, Ugo Volli insiste sulla necessità di evitare le idées reçues che circondano il termine. Per farlo, propone una riflessione preliminare sul modo in cui la semiotica affronta i concetti culturali: anche “ideologia”, come ogni altro termine studiato dalla disciplina, è un’unità culturale, e dunque un segno, secondo la definizione…
Semiotica della cultura e attualità del Trattato
Anna Maria Lorusso propone una rilettura del Trattato di semiotica generale come testo che prefigura — e in parte già realizza — un orientamento verso una semiotica della cultura. L’idea che Eco abbia dato vita a una semiotica strutturale, opposta a una semiotica interpretativa, appare infatti riduttiva. Già nel Trattato, sostiene Lorusso, è possibile rintracciare una teoria…
I limiti del concetto di segno: una critica epistemologica
Paolo Fabbri mette in discussione uno degli assunti più radicati della semiotica tradizionale: l’idea che il segno sia un’unità omogenea e analizzabile in sé. Il concetto stesso di segno, osserva, rischia di trasformarsi in un ostacolo epistemologico. Secondo Fabbri, la nozione corrente di segno si fonda su una concezione lessicale del significato. Quando si parla…
Critica della content analysis: la sfida semiotica alla sociologia dei media
Nel suo saggio del 1973 (Le comunicazioni di massa in Italia: sguardo semiotico e malocchio della sociologia), Paolo Fabbri solleva una critica decisa verso i modelli di comunicazione dominanti nella sociologia dell’epoca, in particolare verso la content analysis, che egli definisce riduttiva e inadeguata a cogliere la complessità del testo. Come ricorda Federico Montanari, la posizione…
Dalla semiologia alla semiotica: rottura, dissoluzione e genealogie
Nel ricostruire la storia della semiotica come disciplina, Paolo Fabbri propone di cominciare da una svolta: quella che ha trasformato una riflessione antica sul segno in una disciplina autonoma dotata di una propria consistenza teorica. È solo a partire dagli anni Sessanta che si può davvero parlare di “semiotica” in senso moderno. Fabbri identifica due…
Epistemologia semiotica e implicazioni politiche
Ogni indagine che metta in relazione semiotica e politica, osserva Gianfranco Marrone, dovrebbe essere accolta con ottimismo. Non solo perché consente di esplorare il carattere semiotico della politica, ma anche perché costringe a interrogarsi sul carattere politico della semiotica stessa. L’intento non è quello di indulgere in giochi di parole, né di rievocare formule dialettiche…