Gianfranco Marrone riflette sul debito che il pensiero di Bruno Latour intrattiene con la semiotica. Latour ha lavorato a stretto contatto con studiosi come Paolo Fabbri e Françoise Bastide, applicando modelli semiotici consolidati — in particolare quelli dell’enunciazione e della narratività — alla sociologia della scienza e all’etnografia della tecnica. Non si tratta soltanto di…
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La prassi enunciativa come centro teorico della semiotica
Claudio Paolucci riconosce nella seconda parte del Trattato di semiotica generale una delle elaborazioni più potenti e ancora attuali della teoria dell’enunciazione. Secondo lui, la “teoria dei modi di produzione segnica” formulata da Eco coincide, sotto molti aspetti, con ciò che in altre tradizioni è stato definito teoria dell’enunciazione in atto o prassi enunciativa. Paolucci chiarisce che…
Semiotica. La sfida della specificità nelle sostanze espressive
L’analisi dei testi individuali che si manifestano in sostanze dell’espressione diverse dalla lingua naturale presenta difficoltà specifiche. Partendo dal presupposto che la semiotica sia la disciplina che studia tutti i sistemi di segni — inclusa la lingua naturale — si è spesso tentato di estendere a ogni altra sostanza una procedura ispirata al modello linguistico,…
Testo e discorso: dalla struttura all’enunciazione
Il segno non è mai isolato: esiste sempre in relazione ad altri segni. Questa osservazione conduce a una nozione più ampia e realistica dell’oggetto della comunicazione, il testo. Il testo come frammento del processo Un testo è un segmento ben definito dell’asse del processo, cioè della catena comunicativa in cui si inseriscono i segni. Può essere una…
Soggettività, metafora e inferenza: verso una semiotica cognitiva ed estetica
Paolo Fabbri propone una convergenza tra due approcci a lungo ritenuti inconciliabili: da un lato la semiotica dell’inferenza e della cognizione, rappresentata da Peirce; dall’altro, la semiotica della narratività e della metaforicità, legata alla tradizione di Greimas. Il punto di contatto, sostiene Fabbri, è la teoria dell’enunciazione. Nella definizione peirciana, ogni segno rinvia a un altro…
L’ambivalenza del quotidiano: significazione, dissoluzione, anonimato
Nel contesto della riflessione semiotica contemporanea, la nozione di quotidianità si impone come un oggetto teorico complesso, non riducibile né alla semplice ripetizione del vissuto né a un repertorio di pratiche stabilizzate. Gianfranco Marrone propone di riconsiderare radicalmente questa categoria attraverso una lettura incrociata di due percorsi teorici: quello della semiotica delle pratiche e quello…
Oggetti, senso e interpretazione: il ruolo dell’utente
La riflessione semiotica sul design, nella prospettiva proposta da Michela Deni, si concentra su un punto nevralgico: la funzione mediale dell’oggetto progettato e il ruolo attivo dell’utente nella costruzione del senso. L’oggetto non è più pensato come entità statica o meramente funzionale, ma come dispositivo semiotico capace di innescare processi interpretativi, esperienze d’uso e forme di appropriazione…
La letteratura come spazio critico della significazione
Denis Bertrand riflette sulla specificità della letteratura all’interno del campo del discorso e sul suo doppio legame con la lingua e la cultura. Egli osserva che la letteratura si colloca in una posizione di tensione tra lingua e cultura, e che il suo carattere distintivo consiste proprio nell’attivare una funzione di distanziamento e di rinnovamento…
La semiotica generativa e l’illusione del testo totale
Nel delineare la genealogia della semiotica generativa, Claudio Paolucci individua nella rielaborazione della teoria saussuriana del valore uno dei momenti fondativi del paradigma testuale. Più precisamente, l’autore osserva come la semiotica generativa – erede dichiarata dello strutturalismo – abbia selettivamente adottato solo una delle due accezioni del valore definite da Saussure, ovvero quella immanente, lasciando…
Testi e pratiche: due forme dell’enunciato
Claudio Paolucci analizza il rapporto tra testi e pratiche ponendo una distinzione che coinvolge la natura stessa dell’enunciato. Questo nodo teorico, che ha animato molte controversie recenti in ambito semiotico, viene inquadrato attraverso un primo spartiacque: da un lato l’enunciato-testuale, dall’altro l’enunciato-pratico. L’autore propone di raggruppare entrambi sotto la categoria degli “enunciati”, ma chiarisce che…









